Archiviare la sconfitta con il Parma e con umiltà guardare avanti

I granata hanno interrotto la striscia positiva, ma non hanno perso il settimo posto in solitario. La sostituzione di Cerci e Immobile ha tenuto banco nel dopo partita. Il Torino ha bisogno che il gruppo resti coeso.
07.01.2014 11:42 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Archiviare la sconfitta con il Parma e con umiltà guardare avanti
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Le sconfitte sono sempre difficili da digerire e soprattutto a caldo può capitare che presi dalla trance agonistica ci si faccia prendere la mano e non sempre le parole che ne seguono per fare chiarezza riescono a dissipare ogni ragionevole dubbio in chi ascolta. La sostituzione di Cerci e Immobile alla fine del primo tempo con il Parma quando il Torino stava perdendo due a uno, dopo essere andato in vantaggio, non è stata priva di strascichi. Immobile ha avuto un problema muscolare e precauzionalmente è stato tolto per evitare problemi maggiori, però nessuno si era accorto fino a quando il giocatore è rientrato negli spogliatoi che non era in perfetta forma e questo può aver generato in un primo momento un po’ di confusione. Cerci non stava rendendo per quanto avrebbe voluto l’allenatore così il mister ha deciso di sostituirlo con un compagno. La doppia sostituzione a inizio ripresa ha quindi generato stupore e poiché non ha prodotto il risultato sperato, far pervenire al pareggio il Torino, e ha finito per non essere stata del tutto accettata. Ogni allenatore può prendere le decisioni che ritiene più opportune, detto questo è altrettanto vero che chi vede la partita può ritenere che si sarebbe potuto lasciare ancora per un po’ Cerci in campo e se avesse continuato a non fare la differenza si sarebbe potuto sostituire nel corso della ripresa. Chi ha ragione? Nessuno. Chi ha torto? Nessuno.

 

I meriti come i demeriti in un gruppo vanno sempre equamente suddivisi, nessuno può accampare il diritto di ritenersi superiore agli altri e allo stesso modo nessuno deve pensare che il suo contributo sia marginale o peggio ancora constatare che quanto dà non viene sufficientemente riconosciuto. Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile o insostituibile. Ventura è stato ingaggiato per riportare il Torino in serie A e lo ha fatto, poi gli è stato chiesto di mantenerlo nella categoria ed ha fatto anche questo, ora da lui si pretende qualche cosa di più e a fine campionato si vedrà se sarà riuscito per la terza volta a mantenere gli impegni per cui è pagato, al momento ci sono le premesse perché ci riesca. Cerci è stato preso perché la dirigenza e l’allenatore ritenevano che avesse qualità importanti e potesse fare la differenza nel Torino, malgrado arrivasse da stagioni non brillanti, e il giocatore ha dimostrato che chi credeva in lui non si sbagliava e ha apportato qualità e sostanza nel Torino facendo sì che anche grazie a lui si raggiungessero gli obiettivi. Immobile è un ragazzo giovane che aveva dimostrato nel Pescara in serie B di avere doti da bomber, poi al suo primo anno in serie A con il Genoa ha faticato un po’ nell’adattarsi alla categoria anche perché si è ritrovato in un contesto dove le difficoltà non mancavano e nella successiva stagione, quando è approdato al Torino, ha fatto tesoro dell’esperienza passata e grazie all’essere stato inserito nel quadro granata ha ripreso il suo percorso di crescita ritrovando la verve realizzativa, con le debite proporzioni fra serie A e B, che aveva a Pescara.

 

Ventura, Cerci e Immobile stanno facendo quello per cui sono stati ingaggiati. Sono dei fenomeni? No. Sono stati finora fortunati riuscendo per caso? No. Qualcuno di loro ha meriti superiori agli altri? No. Singolarmente possono fare la differenza? No. Insieme però hanno portato quest’anno il Torino al settimo posto e se continueranno così coadiuvati e aiutati da tutti gli altri centreranno sicuramente l’obiettivo stagionale del portare i colori granata al centro della classifica. La sconfitta del Torino a Parma va accettata e tutti con grande umiltà devono continuare a lavorare mettendo al primo posto il bene del Toro, nessuno è indispensabile e tutti sono utili se remano all’unisono nella stessa direzione. Chi si ritiene superiore vada pure a raccogliere gloria altrove, il campo dirà se è veramente migliore o se è il contesto granata a conferirgli valore.