Andrea Acciarri: "Per un finale al top il calciatore eviti cibi grassi e si riposi"

23.03.2013 10:30 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Tuttomercatoweb.com
Andrea Acciarri: "Per un finale al top il calciatore eviti cibi grassi e si riposi"
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© foto di Federico De Luca

Abbiamo intervistato in esclusiva Andrea Acciarri, massofisioterapista e personal trainer di giocatori di serie A e B, con lui abbiamo parlato della tenuta atletica nel finale di stagione.

I calciatori come riescono a mantenersi atleticamente in forma in queste ultime nove giornate tra i carichi di lavoro accumulati nella stagione, i primi caldi e la necessità di essere al top per affrontare le partite decisive del campionato?
“Il problema principale da affrontare è il cambio di temperatura esterna perché si passa dall’essere sotto i dieci gradi ad arrivare anche a più di venti, quindi c’è una grande perdita di liquidi nel lavoro giornaliero e questo può determinare problemi muscolari, perché mancando i liquidi i muscoli sono meno reattivi e si rischiano strappi e stiramenti. Il trentacinque per cento degli infortuni in un campionato sono dovuti a lesioni muscolari, il trenta sono incidenti articolari, il venti pubalgia e il restante quindici è rappresentato da altri problemi. A livello professionistico da tanti anni si è arrivati a studiare quasi perfettamente ogni singolo calciatore e non più solo in gruppo, facendo test sia durante la preparazione estiva sia nel richiamo in quella invernale e così si riesce a trovare il giusto equilibrio nei carichi di lavoro per evitare i problemi muscolari. Ad esempio il test V.A.M., sulla velocità aerobica massimale, serve a capire il miglioramento del singolo giocatore e quanto si può ancora spingere per portarlo al massimo livello di allenamento. Negli ultimi anni si tenta anche di migliorare le condizioni mentali dell’atleta che forse sono più importanti della stessa atleticità. Se all’interno del gruppo prevale la convinzione che c’è stanchezza subentra la negatività e di conseguenza il fisico ne risente maggiormente. Se, invece, l’umore e la condizione mentale sono maggiormente positivi anche la stanchezza si sente molto di meno. Per questo il fattore psicologico è fondamentale a livello professionistico: chi sta bene va forte anche se magari gioca più partite durante la settimana”.

L’alimentazione influisce sulla forma di questo periodo?
“Assolutamente sì, un’alimentazione sana con frutta e liquidi aggiunti fa raggiungere al corpo l’equilibrio perfetto”.

C’è differenza fra il tipo di lavoro quotidiano che effettua in questo periodo un calciatore giovane di venti-ventidue anni e uno che ne ha trenta o più?
“Bisogna ricollegarsi al discorso che facevo prima. Ormai si è arrivati a un livello di studio del singolo atleta talmente elevato che si personalizza ogni carico di lavoro, poi magari si formano piccoli gruppi durante gli allenamenti perché i calciatori hanno nei test ottenuto valori molto simili. Ci sono atleti trantacinquenni che hanno una fisicità e una forza atletica pari a quella di un ventenne, però la maggior parte delle volte queste due tipologie di persone svolgono un lavoro differente perché il più giovane ha più energia e di conseguenza avrà brillantezza fino al termine della stagione, mentre chi ha più anni può avvertire maggiormente la fatica. I calciatori più “anziani” sanno sentire il loro fisico e si regolano di conseguenza, mentre i più giovani vanno gestiti di più dai preparatori atletici e dai fisioterapisti, nulla è lasciato al caso”.

Nel lavoro differenziato viene anche tenuto conto della tipologia del fisico, a seconda se il calciatore è basso e magrolino o se è alto e parecchio muscoloso?
“Certamente, di solito il calciatore che ha un fisico più imponente durante le partite lo sottopone a sforzi maggiori rispetto a chi è più minuto. Quindi durante gli allenamenti chi è più “piccolino” può spingere più a fondo di chi è più imponente, quest’ultimo va mantenuto maggiormente sotto controllo rispetto a un brevilineo. Poi, come in tutte le cose, ci sono le eccezioni che nulla hanno a che vedere con i fuoriclasse, ma che dipendono dal tipo di fisico, mi si passi la battuta, c’è chi ha un fisico bestiale e quindi si può permettere tutto”.

Dato per scontato che il calciatore deve sempre condurre la vita consona a un atleta cosa non bisogna fare in questo periodo per non correre il rischio di non aver più benzina per queste gare di fine stagione?
“Alla vita sana che già normalmente deve essere condotta bisogna fare ancora più attenzione perché si consumano maggiori energie anche a causa del cambio del clima e di conseguenza al fisico viene richiesto uno sforzo maggiore. Le cose da evitare sono: il riposare poco e avere un regime alimentare con molti grassi che satura il sangue e indurisce i muscoli e quando accade si spiana la strada agli infortuni. Se il fisico durante l’inverno dava sei adesso deve dare nove in una scala da uno a dieci e se il fisico è pronto a dare cinque si può arrivare a sei, ma non a nove perché quando si prova a forzare maggiormente si finisce per incorrere in un infortunio”.