Al Torino serve il coraggio di osare per sconfiggere le difficoltà
Il turno infrasettimanale con una squadra come il Genoa, che deve risollevarsi da un periodo non positivo, e che segue la sconfitta con la Lazio e precede di tre giorni il derby con la Juventus sommato agli infortuni e agli acciacchi di più d’un giocatore, che in alcuni casi rendono impossibile o quasi il turnover, mettono il Torino a dura prova perché si tratta di un concentrato di partite con squadre dal tasso tecnico quasi equivalente o superiore. I segni di cedimento dei granata si sono fatti vedere e sono una difesa che sta subendo qualche gol di troppo e un attacco che fa un po’ fatica a segnare. I dodici gol incassati e i tredici realizzati con una differenza in attivo di uno è un segnale che fa capire che qualche cosa non va e non può non essere tenuto in debita considerazione.
Bovo, Glik e Moretti stanno facendo gli straordinari mancando per infortunio al piede sinistro Maksimovic dalla terza giornata e Jansson dalla settima, ma lo svedese anche prima non era in perfetta forma a causa della tendinopatia rotulea al ginocchio sinistro. A questo va sommato che Gazzi ha problemi alla caviglia e alla gamba destra e Vives soffre di lombalgia, anche se é mandato comunque in campo, quindi i due mediani frangiflutti davanti alla difesa non riescono a dare il consueto apporto poiché ce n’è uno solo e a mezzo servizio.
Qualche alternativa ci sarebbe, però finora mister Ventura ha solo utilizzato per ventidue minuti Prcic al posto di Vives nell’ultima gara contro la Lazio. In rosa ci sono anche l’ultimo arrivato in ordine di tempo Pryima, Silva e il Primavera Mantovani che potrebbero essere utilizzati in difesa per far rifiatare qualcuno. Non ci sono dubbi che non sono equivalenti a chi potrebbero sostituire, ma mandarne in campo almeno uno per volta permetterebbe di far rifiatare a turno uno dei compagni, senza stravolgere il reparto difensivo. Vista l’emergenza avere il coraggio di fare una deroga, che non sconfesserebbe le granitiche convinzioni, rientrerebbe nei rischi calcolati e forse non sarebbe peggio che chiedere troppi straordinari a chi avrebbe bisogno di riposare almeno un pochino per tornare la partita successiva ai livelli consueti.
Discorso per certi aspetti simile anche per l’attacco. Martinez è stato utilizzato pochissimo, 189 minuti, e Amauri mai, se non danno sufficienti garanzie allora dovevano essere ceduti in estate e sostituiti con giocatori ritenuti più validi, se, invece, qualche garanzia di resa positiva in campo la danno perché non utilizzarli?
Ragionando anche solo su Quagliarella, Maxi Lopez e Belotti é indubbio che i primi due diano il massimo apporto alla squadra quando sono utilizzati in coppia, quindi forse sarebbe più funzionale farli partire titolari e poi sostituire chi è più stanco o in giornata meno brillante con Belotti. Altra soluzione possibile sarebbe passare al tridente, che forse per le caratteristiche di questi giocatori rappresenterebbe il miglior modo per sfruttarne il potenziale, però questo comporterebbe un cambio di modulo. Anche in questo caso è questione di avere il coraggio di osare, farlo potrebbe rivelarsi uno sbaglio tanto più in un momento di difficoltà e con l’infermeria parecchio piena, ma se così non fosse?