Al Torino contratti lunghi e rose bloccate: pochi margini per il mercato

Il club granata per il calciomercato di gennaio può seguire due strade se vuole nuovi giocatori: vendere per fare posto a chi arriva oppure prendere calciatori nati dal primo gennaio 1994.
27.12.2015 13:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Al Torino contratti lunghi e rose bloccate: pochi margini per il mercato
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Il nuovo regolamento in vigore da questo campionato prevede che il numero dei giocatori nati fino al 31 dicembre 1993 sia al massimo di venticinque, mentre per chi è nato dopo non c’è limite, quindi ogni squadra deve fare i conti dei tesserati che hanno più ventidue anni o che li stanno compiendo in questi giorni. Alla fine del mercato estivo la lega di Serie A aveva diramato le liste ufficiali dei giocatori dei vari club e per quella che riguardava il Torino c’erano: Padelli, Castellazzi, Ichazo, Jansson, Maksimovic, Glik, Avelar, Bruno Peres, Molinaro*, Bovo*, Zappacosta*, Moretti*, Obi, Acquah, Farnerud, Prcic, Gazzi*, Baselli*, Vives*, Belotti, Lopez, Martinez, Amauri, Quagliarella* (con l’asterisco coloro che sono considerati formati in Italia) a questi va aggiunto Pryima, ufficializzato il diciotto ottobre per sopperire agli infortuni di Maksimovic e Jansson e arrivato da svincolato, che è nato il dieci giugno 1991 e che non è stato formato nei vivai italiani. Mancano dall’elenco Silva e Benassi perché entrambi nati nel 1994.

L’unico giocatore in prestito del Torino è Prcic e gli altri che hanno il contratto in scadenza a giugno sono: i due “vecchietti” Castellazzi (40 anni) e Amauri (36), Pryima e Farnerud reduce da un lungo infortunio. Tutti gli altri hanno almeno il contratto fino al 30 giugno 2017, quindi la squadra anche per la prossima stagione può dirsi fatta, ma la questione non riguarda il prossimo campionato, bensì dalla ripresa dopo la sosta per le vacanze natalizie fino alla fine della stagione in corso. Se in questa sessione di mercato, che si aprirà il quattro gennaio e chiuderà il primo febbraio alle ore ventitré, il Torino vorrà prendere qualche giocatore dovrà indirizzarsi su giovani nati dal primo gennaio 1994 oppure cedere qualcuno per poterne tesserare di nuovi.

Il gioco del Torino ha evidenziato che spesso la squadra non concretizza quanto produce e che in più di un’occasione l’approccio alla gara è stato negativo o che nell’arco dei novanta minuti più recupero ci sono stati dei cali di concentrazione che hanno portato a subire rimonte da parte degli avversari. I parecchi infortuni accaduti non bastano a giudicare certe prestazioni ben sotto le aspettative anche con squadre alla portata, quindi se l’obiettivo stagionale non si limita a una tranquilla posizione di centro classifica o la squadra fa un immediato salto di qualità o la società deve intervenire in sede di calciomercato. E’ ben inteso che per intervenire s’intende prendere almeno un centrocampista di qualità ed esperienza e un attaccante che segni con continuità, qualcuno vorrebbe anche un portiere, ma se la difesa ritornasse a essere molto attenta come in passato allora, forse, il discorso estremo difensore potrebbe essere rimandato a giugno.

Se Cairo e Petrachi, con l’avvallo più o meno convinto di Ventura, intendono solo prendere qualche ragazzino di belle speranze o qualche giocatore che per età va verso la fine della carriera o che da troppo tempo non gioca è molto meglio che risparmino tempo nel cercarlo e nel fare trattative e soldi perché giocatori con queste caratteristiche non servono. Gli unici acquisti da farsi o prestiti da prendere sono per accrescere la qualità e chi arriva deve integrarsi subito e giocare con profitto, il Torino di panchinari ne ha già e forse anche qualche titolare dovrebbe accomodarsi in panca fino a quando non tornerà a essere decisivo. Va da sé che se i problemi della squadra derivano dall’impianto di gioco la società ha l’obbligo di accorgersene e pretendere che l’allenatore lo cambi rendendolo idoneo ai giocatori che ha a disposizione.
Non si vuole colpevolizzare nessuno o trovare dei capri espiatori, ma per il bene del Toro le cose devono cambiare in meglio, perché vivacchiare non è quello che si aspettano i critici e soprattutto i tifosi.