Addio al presidente che fece fallire il Toro
Prima è mancato il Torino Calcio, quasi sette anni dopo se n'è andato lui, Franco Cimminelli, 75enne, che nel 2005 fece fallire la società granata. Ora ha raggiunto lassù altri granata di certo più celebri e amati di lui e viene facile pensare, in modo quasi beffardo, che potrebbe ritrovare i giocatori periti a Superga, i cui tifosi che salivano al colle vennero etichettati come "coglioni". Vengono in mente tanti aneddoti, come quando personalmente lo trovai in un supermercato che pesava tre meloni come un comune mortale, con una polo a righe che evidenziava maggiormente la sua silhouette piuttosto prominente. Oppure quando disse agli Statuto, che gli stavano donando il loro ultimo cd, dopo un concerto fatto per la presentazione dell nuova squadra: "No, grazie, la vostra musica mi fa schifo". Era così Franco Cimminelli, diretto, con quel modo di storpiare i nomi, Zaccarelli era Zaccarello e Gigi Simoni, Simone, tutto suo. Uno degli uomini più odiati della tifoseria, considerato il boia che diede l'ultima mazzata in testa al Torino per farlo fallire e scomparire, secondo i comandamenti che arrivavano dall'alto, quel made in Fiat che hanno sempre fatto venire in mente cattivi presagi sul futuro granata. Eppure personalmente non credo che abbia fatto tutto in modo premeditato, ma sia stato usato da molti. Non era granata, ma juventino, questo era provato, così che era un uomo Fiat con la sua Ergom, eppure qualche intuizione positiva l'aveva avuta e soprattutto aveva speso parecchio, si parla, nei suoi cinque anni di gestione, di 150 miliardi delle vecchie lire, anche buttati al vento, perchè i risultati non furono mai granchè. Eppure la squadra che conquistò la serie A nel 2005, proprio prima del fallimento, forse avrebbe ottenuto grandi traguardi, pescando soprattutto dal settore giovanile. Sorrentino e Marchetti in porta, Acquafresca, Quagliarella, Marazzina, Mantovani, Balzaretti e così via, un valore immenso oggi, giocatori che sarebbero ancora validi perchè nel pieno della loro maturità. Qualche banca, quella che ha salvato la Roma e continua a tenerla a galla con ottimi risultati, non gli concesse la fidejussione per salvare il Toro, che doveva fallire a tutti i costi, non solo per via degli intrighi cittadini, ma ben più estesi nella penisola. Cimminelli se n'è andato, ironia della sorte la sua dipartita è stata data prima del vero decesso. Oggi non ci sono più errori, ha esalato l'ultimo respiro come il Toro nel luglio 2005. Eppure non riesco a pensar male di lui, non perchè uno che non c'è più va sempre rispettato, ma perchè non è stato l'unico ad aver fatto del male al Toro, sicuramente usato da qualcuno, scaltro nei suoi affari, meno nel calcio. Riposa in pace Cimmi, ognuno alla fine la merita.