Una rimpatriata tutta granata

Al Museo del Toro alla presentazione del libro di Grazia Buscaglia Bonesso c’erano il marito Loris, Camolese, Scolsa, Ermini e Roberto Salvadori e tanti ex delle giovanili granata loro compagni.
28.03.2019 18:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Una rimpatriata tutta granata
© foto di Museo del Toro

Una bella serata con tanti vecchi e veri amici che s’incontrano e sorgano emozioni e ricordi è stata quella che si è vissuta ieri sera al Museo del Toro in una cornice di pubblico entusiasta e molto partecipe. Quella che si può definire una rimpatriata è stata propiziata dalla presentazione del libro “Rosso come la neve” di Grazia Buscaglia Bonesso, giornalista e moglie di Alessandro Loris ex calciatore del Torino, e abbinata non a caso alla data del 27 marzo che evoca subito il 1983 e il famoso derby finito tre a due per il Toro che in 3 minuti e 41 secondi ribaltò l’esito della partita grazie ai gol di Dossena, Bonetto e Torrisi. Tra i tanti ex compagni di Bonesso c’erano Camolese, Ermini e Sclosa, che come lui erano arrivati al Torino da ragazzini, e anche Roberto Salvadori, che un po’ più grande all’epoca era stato per loro una sorta di fratello maggiore nell’introdurli nella realtà granata.

Grazia Buscaglia parlando del suo libro, com’è giusto che sia, non ha svelato la trama, ma ha raccontato che il romanzo ambientato fra Torino e la Romagna narra l’amicizia fra due bambini e i ricordi che ne  emergono aiutano Giulia, la scrittrice protagonista, a capre meglio il suo presente.
Ricordi che non sono mancati, ovviamente, nel corso della serata come il racconto di aneddoti curiosi e simpatici raccontati dai diretti interessati. “A distanza di anni mi vengono i brividi - ha detto Bonesso parlando del 27 marzo del 1983 – abbiamo fatto una grande impresa e lo dimostra il fatto che se ne parli ancora adesso. Quando qualche juventino viene a sapere che mi chiamo Bonesso mi chiede se sono quel Bonesso perché quel derby non se lo dimentica nessuno”. Ha poi proseguito parlando, non senza emozionarsi, del suo arrivo al Torino, dell’esordio in prima squadra a diciassette anni grazie a mister Radice e che dopo nove anni al Toro fu un vero e proprio strappo andare a Cesena quando fu scambiato con Schachner. Camolese ha parlato dei valori che si apprendevano al Torino e del “filo che lega alla maglia granata”. “Il lavoro è una cosa – ha sottolineato Sclosa oggi talent scout dell’Inter – ma il cuore è un’altra ed è solo granata”. E non può essere diversamente per uno come lui che arrivato giovanissimo al Torino è passato dall’ultimo spogliatoio in fondo al Filadelfia, quello vicino alla lavanderia, fino al primo quello della prima squadra dove c’erano quelli dell’ultimo scudetto ai quali ancora oggi si rivolge dando del lei perché “dopo gli Invincibili di Superga sono stati i più grandi della Storia del Toro”.