Toro, si cerca ancora la (s)quadra

L’allenatore continua a parlare di un’identità chiara da trovare a 82 giorni dal raduno al Filadelfia. Sarebbe miope e in parte anche ingeneroso se si valutasse il lavoro di Baroni solo col parametro dei giorni trascorsi dall’inizio del suo lavoro con il Torino. Tanto che a un certo punto ieri  in conferenza è quasi sbottato: "A inizio ritiro avevo tanti giocatori che poi sono andati via ... Poi man mano sono arrivati i nuovi ...”. L’allenatore dei granata non cerca alibi, scusanti e non si piange addosso, però di tanto in tanto mette i puntini sulle “i”.

Resta un problema da risolvere il fatto che il Torino non abbia ancora una chiara identità. E i continui riferimenti alla bontà del lavoro di gruppo, all’esigenza di ragionare e di giocare da squadra, rispetto ai “personalismi” perniciosi, testimoniano la sensazione che la squadra  appaia ancora troppo spesso anche a Baroni come una somma di individualità, piuttosto che come un armonico collettivo. Tanto che l’allenatore arriva a dire che “l’aspetto tattico è secondario”.

Nella sua ricerca della tattica migliore sulla base della rosa, per cercare di esaltarne l’efficacia, Baroni - che lui stesso si definisce “non sono uno che ama variare, cambiare molto ma ci sono dei momenti nella costruzione di una squadra in cui l’esigenza principale è trovare compattezza ed equilibri” -  è passato in questi due mesi abbondanti dal 4-2-3-1 al 4-3-3, per poi approdare al 3-4-2-1 e utilizzare talvolta nella ripresa anche un 3-5-1-1 facilmente modificabile in un 3-4-1-2. Baroni a tal proposito ha specificato: “La difesa a 3 in questo momento è una soluzione che dà giuste opportunità, ma possiamo anche cambiare di nuovo. A livello progettuale abbiamo pensato di disegnare la squadra col 4-3-3 e difatti credo che si possa anche tornare a questo modulo, un giorno. Magari anche abbastanza presto, se troviamo la dinamicità giusta”. A fare quest’analisi è Tuttosport..