Toro, i Novarelli

16.09.2010 09:32 di Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: www.srweb.eu
Toro, i Novarelli
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Tutti i sogni sono legittimi, anzi spesso sono l'unica cosa che ti permette di mettere un passo dietro l'altro e affrontare la vita, figuriamoci se si tratta di una partita di calcio, quindi benvenuto Novara ed ai suoi sogni di gloria.

Ad essere estremamente onesti un po' questo loro entusiasmo lo invidiamo.
E' la gioia del ragazzino che scopre nuovi sapori, nuove voglie, che vede nuovi traguardi da raggiungere ... cose, volgie, traguardi che al Toro di questi ultimi lustri si è perso un po' il ricordo, già perchè da queste parti gli scudetti e le grandi annate sono passate per davvero, ma ora di polvere sopra ai momenti gloriosi ne vediamo un po' troppa.

Quest'anno, a differenza degli ultimi, c'è di buono che la "Casa di Riposo del Divino Amore del Calcio" ha deciso di imbiancare i muri e di cambiare la ragione sociale per trasformarsi finalmente solo in una Squadra di Calcio, dimenticandosi speriamo per sempre di essere un ente benefico sempre pronto ad elargire punti alle squadre in trasferta ... anche se con il Verese ...

Si è passati, con tutto il rispetto, da cimitero degli elefanti stile Grecia o Turchia (dove vanno a svernare i sud americani gloriosi a fine carriera) a laboratorio di gioco e cantiere di belle speranze.
Da Recoba e Barone a Lazarevic e Ogbonna il passo è lungo, anzi lunghissimo ... se ripensiamo ai pensionati d'oro stile Pancaro e Fiore o al Made in Japan (non dei Deep Purple) Zaccheroni alla fine capiamo che l'esaurimento nervoso del tifoso granata degli ultimi tempi ha delle fondamenta ben precise.

Per questo alla fine vada come vada per lo meno quest'anno, non ce la sentiamo di criticare troppo la dirigenza, se non altro hanno gettato l'occhio oltre la siepe per vedere, il giorno dopo, che cosa potrebbe capitare se si lavora decentemente.

Quindi i Novarelli al sugo ... che, culinariamente parlando, stanno in mezzo alla Panissa vercellese ed il risotto allo zafferano milanese, che cercano di conquistarsi i favori dei gourmet del calcio, bene fanno sulle ali dell'entusiasmo a coltivare il sogno di arrivare all'Olimpico (pardon Comunale) e sperare di vincere e convincere.
Che vengano pure con il loro carico di gioia i 2.500 tifosi annunciati dai massmedia o i 5.000 annunciati dal Club o i 1.500 previsti dalla questura ... che vengano pure con il loro sogno nel cassetto e che vinca il migliore.

Un po' ci fa piacere questo riconoscimento al blasone del Toro ... sappiano però che quest'anno qui si respira un'altra aria e si suona un'altra musica ... o si cucina un'altro piatto fate voi.
Non troveranno più "Prego si accomodi Colombo" o "Sono stanco di correre io che sono un fenomeno Diana".
Non c'è "Daje de tacco, daje de punta Di Michele" e nemmeno "Nun me fate incazzà Colantuono", si sono perse le tracce di "permaflex Barone" o di "rowenta (ferri da stiro) Barusso".

Quest'anno anche qui c'è la voglia di costruire qualche cosa e qualche cosa lo si è già fatto ... certo fino ad ora c'è stata solo la prima colata di cemento per le fondamenta, per questo forse hanno anche la possibilità di fermarsi (i Novarelli) all'Autogrill di Villarboit sulla strada del ritorno con il sorriso sulla faccia ... ma di una cosa siamo sicuri alla fine ride bene chi ride per ultimo e quest'anno qualche cosa ci dice che alla fine con le pive nel sacco non ci saranno i granata.

Intanto i segni del destino si palesano ... il Bologna stenta, il Genoa perde ed i cugini ... beh ad essere bravi diciamo che hanno qualche problemino ... sarà un buon viatico?
Speriamo!

 


GMC