Toro, con Camola è meglio
Il dopo Catania dopo aver regalato un po' di euforia al movimento granata, induce oggi a qualche riflessione.
Noi per primi siamo sempre stati un po' scettici quando da più parti venivano proposti nomi di "vecchie glorie" granata da inserire nell'organico societario, questo riferito non solo a Zaccarelli.
Il nuovo corso di Cairo ci piaceva e comunque continua a piacerci, ma oggi dopo il ritorno di Camolese guardiamo con occhio diverso questa particolare situazione. Camolese in effetti non ha pagato alcuno scotto dell'ambientamento, questa (il Toro) da sempre è la sua casa, anzi è riuscito finalmente a far capire che cos'è lo spirito granata anche a chi dopo anni di Toro non è riuscito mai a calarsi nella parte.
Ad esempio Rosina.
Il suo gesto "a testa alta", ispirato prorpio da Camolese, fosse stato fatto ai tempi di WAN, avrebbe scatenato chissà quali reazioni, ma è bastato che un vecchio cuore Toro dicesse ai suoi ragazzi: "Bisogna sempre uscire a testa alta dal campo avendo dato tutto", che questo atteggiamento non venga interpretato come un gesto di spocchia, ma come l'orgoglio di chi sa di avere dato il massimo seguendo i dettami dell'allenatore.
Come cambia tutto se viene visto con l'ottica giusta. Camolese predica "il bisogna lavorare", a testa bassa continuare ad insistere cercando un salto di qualità perchè senza quello non ce la si può fare.Anche De Biasi e Novellino ripetevano il concetto del lavoro, ma non sono riusciti mai a farlo passare pienamente.
Sulle motivazioni ci sarebbe molto da dire, di sicuro non può essere tutta colpa loro se arrivati ad un certo punto si sono ritrovati soli in testa ad un gruppo che non li seguiva più, ma oggi questo non importa.
Certo Camolese è da troppo poco tempo seduto sulla panca del Toro per poter dire che i giocatori lo seguono incondizionatamente, immaginiamo (senza per questo volerli colpevolizzare) i vari Pisano, Dellafiore e Pratali messi in secondo piano non molto felici per la loro situazione, fossimo in un momento della stagione più tranquillo siamo sicuri che i malumori emergerebbero.
C'è di nuovo però che i giocatori hanno capito che il Mister per i tifosi è un autentico Guru e che mettersi contro le sue scelte vorrebbe dire, per forza di cose, inimicarsi la tifoseria; quindi molto meglio tacere e correre aspettando un'occasione che potrebbe anche non arrivare mai.
La partita con il Milan sarà sotto questo punto di vista importante. Nessuno chiede il miracolo, in molti ci sperano, i punti ora sono come la manna che scende dal cielo e quindi tutto quello che si riesce a portare a casa sarebbe importante, ma la salvezza del Toro passa principalmente dalle partite in casa perchè purtroppo i granata devono affrontare ancora le uniche quattro squadre con ancora qualcosa di importante da cercare in questa stagione: Milan, Genoa, Fiorentina e Roma in lotta per la Champions.
Vedremo, dopo i tuoni che hanno suonato la carica, se i giocatori riusciranno finalmente a buttare il cuore oltre l'ostacolo convincendo il Presidente e la tifoseria che loro possono essere da Toro, un Toro da serie A.
In ultima analisi e lo prenda come un complimento, il Sig. Diana ha visto che se riesce a crossare non per la testa dei Puffi ma per quella di Bianchi, lui (non sempre) qualche cosa di buono riesce a combinarla ... quindi meglio regolare la mira.
GMC