Torino: Rossi o Colantuono?
Dopo oltre una settimana dalla fine del campionato nulla ancora è stato deciso per la panchina del Torino. Servirà muoversi e in fretta, approfittando di chi, come le squadre ancora impegnate nei playoff e playout sono ancora ferme sul mercato. Muoversi d'anticipo, costruendo una squadra pronta per salire. Per farlo serve prima di tutto un allenatore.
Per la panchina, per ora, solo voci. A oggi la rosa dei contendenti si è ristretta a due nomi: Delio Rossi e Stefano Colantuono. Cairo dichiara di non aver ancora deciso, ma i tempi dovrebbero essere ormai maturi ed entro fine settimana si dovrà asseganre il posto in panchina. Fra i due contendenti il nome di Rossi, oltre ad essere quello al momento favorito, è pure quello più gradito alla piazza. L'eventuale arrivo dell'ex tecnico della Lazio rappresenterebbe un inizio col botto, in grado di ridare entusiasmo e speranza ai tifosi. Rossi ha appena chiuso il rapporto con la squadra biancoceleste dopo aver vinto una Coppa Italia, giusto premio per un allenatore che in 4 anni nella capitale ha fatto benissimo. E non è una cosa da poco: l'ambiente romano, si sa, è molto più infuocato di quanto lo sia in altre parti d'Italia. Lui ha resistito e costruito un piccolo miracolo, portando una squadra si e no da metà classifica già in zona Uefa al primo anno (accesso in Europa negato per le vicende di Calciopoli) e l'anno seguente addirittura la qualificazione in Champions, nonostante l'assenza di elementi di primissimo livello, ma con un gioco corale spumeggiante, dove si è notata la scuola zemaniana di cui proprio Rossi è allievo. Con la differenza che il tecnico romagnolo, a differenza del boemo, ha saputo adattarsi alle caratteristiche dei suoi uomini, senza rimanere ancorato allo stesso modulo. La cultura del lavoro e l'umiltà sono altre caratteristiche fondamentali, quest'ultima evidenziata dalle parole di Rossi, che si è reso disponibile anche a scendere in B pur di allenare. Il problema maggiore potrebbe essere la famiglia, innamorata della città di Roma e poco propensa a spostarsi a Torino. Ostacolo, comunque, sormontabile, considerato che, tolta la Lazio e con la Roma che si tiene stretta Spalletti, opportunità nella capitale non ce ne sono più. Un problema, questo si, più arduo sarà quello delle garanzie tecniche. Confermato Bianchi sarà difficile tenere Dzemaili e Rosina, di conseguenza il ridimensionamento potrebbe far storcere il naso al tecnico.
Dovesse sfumare tutto Colantuono è già pronto. Il tecnico, nato a Roma, ha già dimostrato di sapere lavorare in ambienti dove la pressione è alta. Basta dire solo due nomi: Zamparini e Gaucci, ovvero i più feroci mangia allenatori. Con quest'ultimo ha lavorato a San Benedetto del Tronto, Catania e Perugia. Nel suo palmares può vantare una promozione in serie A con l'Atalanta. L'esperienza di Palermo ha un po' macchiato il suo curriculum ma allo stesso tempo ha accresciuto la sua voglia di rilancio. Un allenatore tosto con una grinta da Toro. Particolare niente affatto trascurabile, come non lo è il suo sponsor: Rino Foschi. Non è un mistero che il ds punta molto su di lui.
I tempi abbastanza lunghi sono anche sintomo dei fallimenti delle precedenti gestioni. Cairo, come chiunque altro, non ha più voglia di cambiare guida in corsa come è sempre successo, eccezion fatta del suo primo anno di presidenza. Ponderare va bene, ma allo stesso tempo è bene non aspettare troppo. C'è ancora una squadra da costruire e possibilmente completare molto prima della chiusura del mercato.
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