Torino e il menefreghismo
E siamo al martedì: ripresa del gravoso lavoro di calciatore. Nel Torino che affonda nessuno molla: tutto esattamente come una, dieci giornate fa; come uno, due anni fa. Ai soliti menagrami che si aspettavano fulmini e saette, il cielo serenissimo sopra al Torino pare una finzione, un artificio (difatti piove), eppure la corazzata di cartapesta granata procede imperterrita e fiera verso il suo ineluttabile destino. Il più palpitante e verace dei granata, Rino Foschi è (tenuto?) lontano dalla squadra. A fare la guardia al barile c’è Pederzoli, che dopo essere stato degradato da ds non può certo fare il fustigatore della ciurma. Camolese si concede alla rituale conferenza e non può che smorzare i toni, allontanare la disfatta di Milano e avvicinare la vitale sfida col Siena. Dimenticare per sperare di non replicare. Ma i tifosi come fanno a dimenticare? Ovviamente le porte della Sisport sono chiuse, questo tarocco di Toro si trascina ignorato nell’indifferenza più offensiva possibile. E avanti così, altro giro altro regalo (agli avversari).