TORINO, Dopo tanti anni molti granata nelle nazionali

11.09.2008 16:15 di  redazione TG   vedi letture
Fonte: Tuttosport

Nell’immaginario collettivo, perché per ora sono pochissimi i tifosi del Torino che hanno avuto il privilegio di vederlo all’opera, Blerim Dzemaili è già un beniamino della gente granata. Sui siti internet dedicati al Toro i foru­misti non hanno dubbi: il centrocampi­sta svizzero cittadino del mondo (è nato in Macedonia, ha origini albanesi e il presidente Cairo lo ha prelevato dal Bolton, in Inghilterra) sarà una delle più belle sorprese stagionali. Le relazio­ni degli addetti ai lavori giustificano questo ottimismo, e l’entusiasmo è pari­menti comprensibile giacché il tifoso del Toro - per cultura e forma mentis - ama donare incondizionata fiducia ai giova­ni. Un tempo accadeva per gli elementi del settore giovanile che approdavano in prima squadra: quell’orgoglio era l’o­stentazione della propria specificità, quando il Toro era unanimemente cono­sciuto come una fabbrica di calciatori. Negli ultimi tribolati anni cimminellia­ni e a maggior ragione dopo il fallimen­to economico-sportivo del 2005, quello stesso affetto è stato trasferito tout court
ai giovani, indipendentemente dalle ori­gini calcistiche. Il francese
Malonga, lo scorso anno, è stato accolto e coccolato come se fosse da sempre un poulin del vivaio. E Dzemaili sarà ancor meglio ri­verito, giacché il suo impatto in prima squadra si prevede subito più incisivo.
TRASCINATORE
Gli impegni con l’Under 21 della Svizzera gli hanno di fatto impedito di allenarsi con il Torino, tuttavia Dzemaili s’è distinto tra i mi­gliori in campo nella partita vinta con­tro l’Olanda, martedì sera, nella sfida che ha eliminato i campioni europei in carica e portato i rossocrociati al barra­ge ad eliminazione diretta che determi­nerà le finaliste per l’Europeo Under 21. Dzemaili ha recuperato decine di pallo­ni e giocato con la consueta intelligenza tecnico-tattica: sono del resto le doti che gli hanno permesso di imporsi come ti­tolare a 17 anni, quando militava nello Zurigo. Un suo tiro a botta sicura, dagli undici metri, è stato miracolosamente deviato sulla traversa dal portiere olan­dese
Vermeer,
però la vittoria è ugual­mente giunta - malgrado un rigore fal­lito dal bresciano Zambrella - in virtù della rete segnata dal sampdoriano Zie­gler.
Italiani
in grande spolvero, dun­que. Oggi i tifosi del Toro che si reche­ranno a Vercelli per assistere all’ami­chevole contro la Pro (ore 18) potranno subito battezzare dal vivo le qualità del centrocampista: De Biasi è orientato a farlo giocare sin dal primo minuto. Il tempo dirà qual è il ruolo che più gli si addice, perché Dzemaili può giocare con
Corini
oppure nel ruolo del Genio, pur avendo altre caratteristiche. La sua qualità gli permette di assolvere ad en­trambe le fasi di gioco e l’intelligenza tattica gli consente di adottare spesso la scelta giusta: privilegiando il tocco corto quando c’è da uscire dal pressing avversario con una giocata semplice, cu­cendo il gioco alla Zanetti; oppure ribal­tando l’azione con la grande gittata del suo lancio, come sa fare Corini. In mez­zo sempre tanto movimento, teso a recu­perare palloni.
PROFILO INTERNAZIONALE
Dze­maili con l’Under 21 svizzera, Saumel
in pianta stabile nella nazionale au­striaca,

Abate
attualmente estromesso dall’Under 21 azzurra solo a causa del­lo stiramento patito alle Olimpiadi. E
Malonga
nella selezione Under 19 fran­cese, malgrado i tecnici transalpini non amino molto convocare i ragazzi che hanno scelto di emigrare all’estero. So­no tutte medaglie, per il Toro: senza tra­scurare
Diana,
che con Lippi può spera­re di tornare a vestire l’azzurro (e difat­ti è già nella lista dei probabili-papabi­li). E Rosina e Sereni, che anelano per la medesima speranza. Avendo peraltro tutti i requisiti per crederci: mai molla­re, allora.