Torino, Cairo non lascia ma raddoppia
Vivere costantemente sotto pressione, accorgersi di essere indesiderato e spesso contestato dai propri tifosi. Non deve essere assolutamente facile per il presidente del Torino, Urbano Cairo, resistere alla guida del club granata. Cairo non è nuovo alle contestazioni, nell'arco della sua gestione ne ha dovute subire tante, ma nell'ultima settimana si è passati dal liquido infiammabile alle scritte minatorie, fino alla testa di maiale davanti alla sede del club. L'avvio di stagione non certo esaltante del Torino ha fatto scattare la molla per l'ennesima contestazione. La curva Maratona, nonostante la vittoria e il gol di Rolando Bianchi al Portogruaro, ha inveito contro il presidente, invitandolo a cedere la squadra. Ma Cairo non molla, anzi rilancia. Il patron ha intenzione di investire sul mercato di gennaio per rinforzare in modo strategico le lacune in alcuni reparti. In accordo con Lerda, il patron vorrebbe spendere ancora per riportare subito il Toro in A e soddisfare quella parte di tifosi che l'ha sempre sostenuto nonostante il momento delicato. I 10 punti in classifica dopo sette giornate, 7 in meno alla capolista Siena, non scoraggiano il presidente che dal 2005 ad oggi ha investito 40 milioni di euro, ben 15 nell'ultima stagione. Ma è palese che una pizza esigente come Torino aveva immaginato un inizio ben diverso, soprattutto se i pronostici della vigilia vedevano la squadra di Lerda come protagonista assoluta della corsa al primato insieme ad Atalanta e Siena. Nel frattempo quella frangia di tifosi che contesta dovrebbe interrogarsi sulla possibile alternativa a Cairo, che al momento pare non esserci. Se davvero il presidente dovesse farsi da parte, si preannuncerebbero anni ancora più bui per i granata. Ma ad oggi, siamo sicuri che Cairo non cederà mai il Toro.