Squalificato per un anno il portiere 13enne aggredito dal padre di un avversario. Il referto del giudce sportivo

Un risvolto per certi versi inaspettato. Si arricchisce la storia del portiere 13enne colpito in quel di Collegno da un genitore di un giocatore della squadra avversaria. Un tassello importante che chiaramente non giustifica un aggressione nei suoi confronti di un adulto ma che aiuta a fare luce su quanto accaduto in quel campo di periferia e lontano dai riflettori del calcio che conta.
Ci pensa il giudice sportivo che ha comminato una squalifica di un anno per il ragazzo, reo di aver colpito un avversario quando era a terra. Questo il referto pubblicato sull'edizione odierna del Corriere dello Sport: "Si squalifica il suddetto giocatore perché, a fine gara, assumeva una condotta violenta e antisportiva, innescando una rissa e colpendo con manate e pugni il fianco e la schiena di un giocatore avversario, steso sul terreno di gioco. Condotta, questa, che dava adito a un ulteriore atto di violenza posto in essere".
"Vista la gravità della condotta violenta assunta da ragazzi in età giovanissima - prosegue sempre il quotidiano - che inficia i sani principi dello sport improntati alla correttezza e al rispetto dell’avversario, considerato altresì che la violenza sia da condannare a priori ovunque venga posta in essere, e soprattutto tra minori, questo organo giudicante - pur consapevole delle disposizioni normative vigenti, ma altrettanto consapevole dell’eccezionalità e della spregevolezza dell’evento - ritiene di dover comminare una sanzione di considerevole ed esemplare entità". Una situazione che getta ombre sul nostro calcio con la violenza che, da una parte e dall'altra, va condannata a prescindere.
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