Spalletti, ultima partita ma forse.....
La chiarezza nei progetti e i ruoli definiti sono condizioni fondamentali per dare «il 150 percento alla Roma, di cui sono innamorato. Perchè Roma è un'attrazione incredibile per tutti gli addetti ai lavori e non». Parola di Luciano Spalleti che per reatare a Roma ha come obiettivo principale più l'organizzazione che il valore della squadra che già ora lo soddisfa. «A metà della prossima settimana ci vedremo (con il presidente Rosella Sensi, ndr), ci siamo sentiti e ci siamo dati appuntamento per quei giorni», ha spiegato il tecnico alla vigilia della gara con il Torino. Una partita che, comunque vada, non cambierà la classifica della Roma, arrivata sesta in questa stagione. «Se si dice che è un disastro arrivare sesti io dico che nel calcio ci può stare che succeda, come ci può stare anche di arrivare decimi una volta. A me lavorare alla Roma fa molto piacere, ma non posso garantire che vincerò il campionato e se c'è qualcuno che invece può farlo io mi faccio da parte. Se invece c'è un programma serio, trasparente, dove ci sono ruoli ben precisi e responsabilità, che io mi prendo tutte per quello che compete me, si va e si gioca sempre per la vittoria, per raggiungere il posto più alto possibile. Non si dica 'o arrivi in questa posizione o...»'. Insomma garanzie organizzative più che tecniche, perchè la squadra attuale già soddisfa Spalletti. «Io credo ci siano buoni calciatori nella Roma, penso che con inventiva e idee, con una gestione corretta fatta in maniera complice, sotto tutti gli aspetti, io ci lavoro volentieri e faccio il mio lavoro, quello che mi compete e che devo fare». Chiaro praticamente quello che Spalletti chiederà di avere garantito nell'annunciato incontro con la presidente. «Il calcio per me è una professione seria di cui sono innamorato, a me fa piacere anche misurarmi con le conseguenze che porta. Ma in un ambiente come quello di Roma bisogna lavorare in modo corretto e trasparente e tutto diventa più facile per tutti, senza creare aspettative difficili da realizzare da parte dei ragazzi che altrimenti lavorano sotto pressione. E sotto pressione è difficile dare il meglio di se». Spalletti rispetto a qualche settimana fa però sembra più propenso a rimanere che ad andare via, pronto a rimettersi in gioco in una piazza a lui ormai cara. Pronto a dare il 150 percento se messo in condizioni di farlo. «Quando parlo di 150 percento - spiega ancora il tecnico - non perchè non ho stimoli o entusiasmo. Ma perchè per poter dare tanto servono dei punti fermi, dei paletti. So non ci sono certe cose e se non ci sono programmi, progetti e chiarezza è difficile dare il contributo giusto». Non ci sono dubbi per Spalletti che con la Sensi «Si farà un discorso corretto, so cosa devo dire e lei sicuramente sa cosa deve dire a me. Io qui ci lavoro volentieri, poi il resto si potrà dire dopo che avremo parlato. Navigare a vista». Non parla delle vicende societarire che già in altre occasioni ha detto di non conoscere, ma visto quanto emerso in questi ultimi giorni e le difficoltà finanziarie di Italpetroli (controllante della Roma), Spalletti si sente di ringraziare la Sensi. «È stata straordinaria a non far sentire certi problemi nello spogliatoio perchè noi abbiamo sempre riscosso puntualmente tutto e questo è il messaggio più corretto che si può dare ai calciatori. Poi noi dobbiamo solo pensare a fare il nostro lavoro di campo