Simoni, Adriano? Un talento sprecato

21.11.2008 14:15 di  Raffaella Bon   vedi letture

 

Gigi Simoni in questa intervista presenta la sfida tra Inter e Juve, parla di Adriano, di Mourinho e difende gli arbitri che peccano di inesperienza. L’Inter è favorita dall’organico, ma la Juve è aggressiva ed è una squadra quadrata. Il campionato italiano, per l’esasperazione del tatticismo, resta affascinante ma certo non può offrire lampi di spettacolo. E Adriano? Ha doti da campione, ma non si comporta da professionista. L’ex tecnico dell’Inter confessa anche di non sentire Ronaldo da anni… e pensare che i tifosi nerazzurri ricordano il miglior Ronaldo proprio nella gestione Simoni.

 

La sfida tra Inter e Juve scatena vecchi ricordi. Chi parte favorito a San Siro?

L’Inter è favorita: ha un organico più forte e gioca in casa. Di contro la Juve si sta comportando bene, è una squadra quadrata e aggressiva: ha in sostanza una bella inquadratura. La partita si preannuncia equilibrata, se dovessi sbilanciarmi vedo l’Inter con qualcosa in più.

L’Inter del nuovo corso targato Mourinho entusiasma Gigi Simoni?

No, l’entusiasmo no. E' normale che il portoghese abbia bisogno di un po’ di tempo. Certamente l’anno scorso nella fase iniziale si esprimeva meglio, ma devo anche dire che siamo al cospetto di un campionato diverso. E’ tornata l’egemonia delle grandi squadre, fino agli anni scorsi c’era solo la Roma a dare fastidio all’Inter con il Milan che concentrava le sue energie sulla Champions. Mi sembra un bel campionato: sono in diverse a giocarsi lo scudetto. La sensazione è che l’organico dell’Inter sia il migliore, ma il Milan può puntare sulle individualità. La Juve, inoltre, sta facendo un garnde campionato.

 

Nel corso della sua carriera ha allenato tanti campioni, come vede dall’esterno la situazione di Adriano?

Il discorso è difficile. Credo che a un fattore tecnico si unisca una componente psicologica. Il caso è delicato. Mourinho fa bene a pretendere dal giocatore un comportamento da professionista. Poi la scelta della pena da scontare dipende da persona a persona. Mourinho è in una condizione nella quale non può accettare compromessi: un professionista deve essere rispettoso delle regole e degli orari. E’ veramente un peccato.

Un peccato?

Adriano è un grande giocatore. In potenza ha delle qualità che nessuno possiede. Anche per questo pretende di fare una vita tutta particolare, andando in giro di notte e altro. L’Inter sembra avere usato finalmente il pugno di ferro nel gestire la questione Mourinho è un duro. Alcune sue idee sono discutibili, ma in linea di massima lo rispetto. Ha il pregio-difetto di esternare quello che pensa, senza cercare una mediazione.

Adriano ricorda per certi versi Ronaldo. Lo sente ancora? Tornerà a giocare?

Non lo sento da qualche anno. E’ difficilmente recuperabile.

 

Sempre Mourinho ha detto in questi giorni che la serie A ha perso il suo fascino...

Non credo che il campionato italiano non piaccia. Ha determinate caratteristiche, una di queste, riconosciuta da tutti quelli che arrivano qui a giocare, è che tutte le gare sono difficili. L’aspetto della tattica è molto preparato, certo chi cerca il calcio spettacolare non lo trova. Dobbiamo comunque ricordarci che abbiamo vinto quattro Mondiali perché nella nostra cultura c’è il desiderio di vincere.

Chi pensava di avere voltato pagina con la questione arbitrale è rimasto deluso. La sudditanza psicologica nei confronti delle grandi non è sparita.

Eravamo partiti bene. All’inizio gli errori si accettavano volentieri perché erano giovani e non si cercavano collegamenti con altre gare precedenti. Gli arbitri giovani devono fare esperienza. Diventa difficile quando di fronte a un errore tutti incominciano a chiedersi perché ha sbagliato. Aspettare una serie di arbitri che non sbagliano mai è semplicemente un’utopia. Penso, però, che gli errori di troppo di questo ultimo periodo siano stati condizionati dagli interventi degli assistenti, penso ai fuorigioco sbagliati. Sono giovani, aspettiamo che facciano esperienza.