Serie B, nuove realtà e nuovo quadro economico
Tutto in vendita o quasi. Piacenza, Modena, Cesena e forse cerca una mano, a livello economico, anche lo stesso Portogruaro. Non ci siamo dimenticati del Mantova. C'è chi si sta giocando la salvezza, altri team ormai stanno già pianificando la prossima stagione e altri ancora, da sottolineare, addirittura pensano alla Serie A come unico motivo per salvarsi da una situazione che potrebbe diventare complicata. Il calcio sta subendo i suoi primi cambiamenti, ma le ambizioni sono di livello e per restarci serve assolutamente tamponare e stare in gioco. Fino a pochi mesi fa facevano rumore i club di Lega Pro che cominciavano a chiudere i battenti e chiedere aiuto per evitare il fallimento, ora anche in Serie B si stanno registrando situazioni simili e forse ancor più significative. L'Emilia e la Romagna, soprattutto, zone fiorenti dal punto di vista del turismo, hanno un vertiginoso bisogno di valutare come è possibile fare calcio oggi. Le difficoltà di Rimini, Bellaria, San Marino e chi più ne ha, ne metta, testimoniano che anche in categorie inferiori si vive nella più totale incertezza.
Partire da questa premessa non vuol dire ignorare quanto di bello il campionato cadetto sta regalando al vertice della classifica, da Brescia in giù e in coda, dove il Padova ha dato un segno di vita vincendo il posticipo contro l'Ascoli, ma porre un legittimo pensiero a chi sogna ad occhi aperti e si ritrova poi a rivendicare uno stipendio dallo scorso settembre e a retrocedere in Lega Pro o, addirittura, a fallire perché superficialmente sono state gestiti transizioni economiche e societarie in maniera approssimativa, non ha eguali.
Ma non solo, perché c'è chi, invece, chiede il cambio di proprietà solo per raggiungere una nuova scuola manageriale di nuovi imprenditori, da nuove figure che sappiano riportare entusiasmo in una piazza. E' l'esempio dell'Atalanta che ad oggi è certa sola di partire dalla Serie B con tanti punti interrogativi.
I grandi club protagonisti di Serie A e Serie B potrebbero far spazio, presto, a realtà emergenti come Crotone, Cittadella, Sassuolo che ora possono ambire a qualcosa di unico per la storia dei rispettivi club. Non spaventiamoci, perché sarà sempre peggio. Le difficoltà di Empoli e Reggina dimostrano oggettivamente come sia difficile intraprendere il percorso cadetto, i calabresi vivono ora tra le pene dell'inferno e la salvezza del purgatorio e i toscani hanno ormai mollato la presa da tempo. Se Lecce tra poco, tra l'incubo Malonga, ritornerà nella massima serie, a ruota continua la bagarre per un posto nell'Olimpo della A. Il Brescia non molla, il Toro pure. Giocare a fare il manager è diventato ora rischioso, perché la classe cadetta deve essere d'antipasto al cambio generazionale nella massima serie. Che ben vengano tecnici come Lerda del Crotone, Bisoli del Cesena e direttori sportivi come Marchetti del Cittadella e Petrachi del Toro. Linea verde che sta dimostrando di fare i fatti e di non perdersi nelle chiacchere.
Milan low-cost? Se per basse spese di mercato possiamo mettere sul piatto del mercato giocatori come Mastronunzio, Antenucci, Eder, Ardemagni, Pinilla, Schelotto, Volta, Magnanelli… in grado di esercitare un ruolo da protagonista in palcoscenici non di seconda fascia, allora che ben venga pensare anche in B con un approccio simile. Oggi pescare talenti, con il giusto azzardo in prospettiva, può fruttare grossi investimenti e valore ad una società.
Se dalla lista ho dimenticato che si è particolarmente distinto nel torneo cadetto quest'anno, invito chiunque a tornare indietro di qualche ora e tornare a Rimini dove sono stati premiati domenica i migliori 11 di quest'avvincente torneo. Quanti di essi vedremo in Serie A? Quanti di essi saranno costretti a lasciare i club di appartenenza, perché costretti a far le valigie da situazioni economiche difficili? Consiglio per gli acquisti, da Mantova a Modena, non disdegnando un giretto a Piacenza e Cesena, fare la spesa può essere conveniente e di buon auspicio