Rosarno, il calcio come riscatto sociale

19.11.2013 14:38 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Rainews24
Rosarno, il calcio come riscatto sociale
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© foto di Francesco Decicco/TuttoLegaPro

Siamo ormai tristemente abituati a vedere il calcio dopato, con scommesse, errori arbitrali, sviste e magari malafede, cori razzisti, botte da orbi e simulazioni. Insomma non una bella immagine del calcio, soprattutto quello nostrano e sono ancora vivi i servizi sullo scempio di Nocerina-Salernitana. Ma il calcio è ben altro, al di là del divertimento, delle giocate dei grandi campioni, della solidarietà, questo sport può unire e dare dignità a gente che il sistema ha ridotto a fantasmi, come gli immigrati di Rosarno, cittadina calabrese diventata tristemente nota nel 2010 per una rivolta degli immigrati sfruttati dai Caporali per la raccolta stagionale di agrumi, pomodori e così via. Gente che vive in baracche, tanti in poco spazio, senza norme igieniche e dignità, gente che sogna di scappare ma i soldi non li ha.

Ebbene, grazie al parroco del paese, don Roberto Meduri, ex viceparroco di Polistena, insieme don Pino Demasi, responsabile di “Libera” per la Piana di Gioia Tauro, simbolo della lotta alla mafia, che si è adoperato ad aiutare questa gente in modo concreto e non solo con elemosine, è nata la loro squadra di calcio, la Koa Bosco, iscritta in terza categoria. La Viola Basket di Reggio Calabria ha donato loro le divise e a fine ottobre hanno cominciato il loro campionato, fatto di tanta volontà, di voglia di divertirsi, di sentirsi esseri umani su un campo di calcio. Gli serve solo un portiere più forte e poi la squadra può competere ad armi pari. Una bella pagina da raccontare che rende questo sport più umano e solidale. E chissà che in mezzo non venga fuori un campione.