Rinascita Toro

22.03.2010 09:34 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Massimo De Marzi per Nesti Channel
Rinascita Toro
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© foto di Federico De Luca

Se i bianconeri piangono, i cugini granata sono tornati a sorridere, dopo il 2-0 di Modena, che ha rilanciato il Toro nella corsa playoff e dimostrato che i granata non sono Bianchi-dipendenti: al Braglia la vittoria è stata firmata da Barusso e D’Ambrosio, alla prima rete con la nuova maglia, arrivi di un mercato di gennaio che ha cambiato i connotati di squadra. Ora il gruppo di Colantuono ha meno nomi e giocatori di qualità ma più elementi affamati e con voglia di emergere: contro una diretta concorrente come il Modena, malgrado l’inferiorità numerica per tutta la ripresa, il Toro ha giocato con grande ardore, tanto che in molti non si sono accorti dell’uomo in meno, perché gli altri compagni correvano e raddoppiavano in ogni zona del campo.

Il presidente Cairo, dopo mesi di silenzio, ha ritrovato la fiducia e anche la parola, per smentire Antonio Tesoro, che attraverso i giornali lo aveva attaccato, dicendo che era interessato a vendere a vendere solo a parole (“dopo il primo incontro non si è più fatto vivo, non so cosa pensare”). In attesa di capire cosa succederà sul fronte societario, in quattro giorni tra domani e sabato la squadra si gioca molto, se non tutto, per capire quale finale di stagione attende Sereni e compagni. Contro l’Ascoli e poi a Reggio Calabria il Toro deve portare a casa almeno quattro punti per provare ad agganciare la zona playoff e tenere accesa la fiammella della speranza di una promozione diretta, che passerà attraverso il risultati da ottenere poi sui campi di Lecce e Sassuolo.

Intanto senza Pià (in ripresa, ma difficilmente recuperabile per il prossimo impegno), Colantuono finalmente ha dato spazio ad un centrocampo più ricco, con la contemporanea presenza di Genevier, Pestrin e Barusso. E nella ripresa si è rivisto anche Coppola, che ha dimostrato di aver superato il brutto incidente di ottobre: l’ex parmense sarà un importante alternativa in questo finale, perché un Toro che gioca più di spada che di fioretto ha bisogno di gente che non tiri mai indietro la gamba.