QUELLE partite che non dovresti perdere
La delusione è tanta, così come tanta è stata la mortificazione che mi ha accompagnato durante tutta la gara, per un Toro che attaccava senza riuscire mai a gonfiare la rete, sbagliando davanti a Marchetti anche quello che non puoi sbagliare, in quella che era una partita da non perdere.La logica, non scritta del calcio, vuole che sia nel parlare, che nello scrivere, bisogna lasciare passare i momenti immediatamente susseguenti alla fine della partita, perché il rischio di lasciarsi trascinare nel giudizio dal risultato è molto forte, più forte della tua voglia di vedere uno spiraglio di luce anche nella notte più buia.Ed oggi è notte in casa Toro, inutile far finta di nulla, tutti colpevoli per carità, io per primo che dopo il tris casalingo nella partita d'esordio contro il Lecce, mi ero fatto trascinare dalla voglia di respirare un'aria nuova, più salubre per le mie e le nostre coronarie, chiudendo mente ed orecchie ai continui richiami di salvezza che copiosi venivano fuori da gruppo e società.
Dico subito a scanso d'equivoci che salvo a piene mani il lavoro di Gianni De Biasi, in fondo anche contro il Cagliari abbiamo avuto la bellezza di sei palle gol, tre delle quali veramente clamorose, ma negare problemi ormai evidenti, sarebbe ancora più demenziale che non chiudere gli occhi ed aspettare che questa notte passi. Per certi versi quello che ci sta succedendo ha dell'incredibile, tanto più se si pensa che durante il mercato estivo si è investito, e non poco, prima di tutto nel settore offensivo, quello che per dirla tutta era stato il nostro tallone d'Achille, senza chiaramente tralasciare centrocampo e difesa. Il problema macroscopico di questa squadra in questo momento è duplice.
Si realizza meno del venti per cento di quello che si crea, e si subisce quasi il novanta per cento di quello che l'avversario crea. Giusto per ridare fiato a chi fa dell'equilibrio la propria bandiera, dimenticando che nel calcio l'imponderabile copre quasi il quaranta per cento di quello che succede nel rettangolo verde, possiamo dire che solo recuperando quell'equilibrio, numerico e statistico non altro, tra quello che si crea e si realizza, quello che altri costruiscono e quello che si subisce, si riuscirà ad uscire da questo periodo nero. In fase offensiva, posto che il calcio non è una scienza ne un'applicazione matematica certa, possiamo solo aspettare che il pallone magicamente scivoli oltre la linea che delimita la porta, anche perché per realizzare dai propri attaccanti, cecchini infallibili, non esiste ne un'applicazione, ne una modalità di allenamento specifica. Si possono, è vero, migliorare movimenti ed intesa, ma questo non ci garantisce una fiumara di realizzazioni, anche se può agevolare il tutto.
Armarsi di quella sana pazienza che certamente non ci manca, è l'unico esercizio che mi posso, e vi voglio consigliare, la palla è rotonda, non mancherà di girare dal verso giusto.
Diverso il discorso difensivo, aldilà dell'episodio che può penalizzare anche la difesa più forte del mondo, certi movimenti difensivi, certe coperture, certi atteggiamenti, alla fine favoriscono il pacchetto difensivo. Non c'è dubbio che abbiamo subito troppi gol, ed il più delle volte sempre in situazioni che almeno sulla carta una difesa non dovrebbe prima di tutto concedere, e poi in secondo luogo subire. Vale a dire, in contropiede o almeno troppo scoperti, con in nostri difensori, che non sono certo dei fulmini di guerra sul piano della velocità pura, costretti a giocarsi l'uno contro uno contro l'attaccante di turno. Insomma bisogna lavorare, per sistemare anche questo, possiamo e dobbiamo farlo.
Schierandomi nuovamente al fianco dell'allenatore, la mia stima in lui rimane intatta, un dubbio però pervade il mio modo essere granata, e penso che vista la mancanza di risultati, sia adesso più facile fare un passo indietro, tatticamente, che non uno avanti. Torneremo forse al primo non prenderle, mi duole il cuore dirlo, ma i risultati restano determinanti per il giudizio finale, e questa squadra ha bisogno di risultati.
Per il Toro di De Biasi, si prepara una settimana ed un derby di passione, speriamo di giocarlo male e questa volta di vincerlo.
Flavio Bacile