Per Sereni i giorni della maledizione

23.10.2008 15:52 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: stampa.it

Si può evocare la legge di Murphy oppure girarla con la battuta che sta rimbalzando nel Toro per addolcire il momento duro: «Deve essere un derby ad armi pari, loro non hanno Buffon e quindi Sereni non doveva giocare». Riso amaro, però, visto che l'infortunio occorso ieri mattina al portiere granata è serio. Peggior notizia, a tre giorni dall'attesa stracittadina, non poteva colpire il Toro. Matteo Sereni salterà non solo la sfida con la Juve, ma anche le prossime 4 partite con Atalanta, Sampdoria, Palermo e Catania.

Tutta colpa di un tiro di Abate durante la partitella in famiglia alla Sisport: il pallone ha colpito la punta del piede sinistro di Sereni, facendolo girare in modo innaturale e provocando così una distrazione del legamento peroneo astragalico anteriore della caviglia sinistra, con piccola infrazione del perone. Morale: tre settimane di stop sicure per il giocatore e una mancanza di serenità collettiva nella settimana più delicata. Sereni era il pilastro di questo Toro, in campo e nello spogliatoio. L'infortunio ha suggellato una settimana da dimenticare per il giocatore con il miglior rendimento dell'era Cairo.

La sconfitta col Cagliari, il gestaccio ai tifosi e soprattutto la tirata d'orecchie al segretario Ienca sono stati quasi un crescendo rossiniano per lo sfortunato «Tyson» Sereni. «Mi gira tutto male», si è tristemente confidato il portiere con gli amici più stretti. E per ironia della sorte, il suo «barelliere» al Cto è stato proprio colui che l'aveva provocato nel dopo partita di domenica col terzo tempo fatale ed il gesto che attende sempre un pronunciamento (multa o no) da parte di Cairo.

Ma se qualcuno malignamente già invoca la «maledizione di Ienca», ancor più beffardamente bisogna dire che è stato lo stesso Sereni a tirarsi la sfortuna addosso. Durante i primi esercizi dell'allenamento di ieri il portiere ha invitato i suoi compagni Calderoni e Fontana, oltre al preparatore Bisioli, a calciare più forte il pallone. «Mi dovete fare male, dovete massacrarmi», gridava l'estremo difensore per caricarsi ancor di più in vista del derby.

Involontariamente è stato accontentato prima di mezzogiorno da uno Abate tristissimo. Le urla di Sereni hanno fermato la partitella e tra i primi a soccorrere il giocatore sono stati De Biasi ed Abbruscato, poi sostituiti negli spogliatoi dal massaggiatore Cugusi e dal medico Suraci, che l'hanno preso in braccio insieme al responsabile sanitario Stesina e al preparatore atletico Luison. La corsa in ospedale, gli esami di rito e infine il triste quanto implacabile verdetto nel primo pomeriggio: stop di tre settimane ed un tutore per aiutarlo a camminare in questi primi sette giorni.

La sfortuna colpisce duro, ma la scorsa estate Cairo corse ai ripari proprio per garantire al Toro un sostituto all'altezza di Sereni. Alex Calderoni fu ingaggiato anche sulla scorta dei quattro infortuni muscolari (soprattutto all'adduttore destro) occorsi all'ex laziale che complessivamente gli fecero saltare sei partite in campionato e lo costrinsero ad abbandonare per due volte il campo (a Napoli e contro l'Udinese a Torino) in favore di Fontana. Calderoni ha già provato il brivido del debutto in granata: prima in Coppa Italia contro il Livorno e poi quattro giorno dopo in campionato ad Udine per la squalifica del collega. Dovrà dare subito sicurezza al reparto e magari strofinare l'amuleto di quando eliminò la Juve di Capello, in Coppa Italia nel 2004/2005: all’epoca difendeva la porta dell'Atalanta. La legge di Murphy sulla scaramanzia, in fin dei conti, non ha ancora colpito.

 

Gianluca Oddenino