Pasqual-Mencucci, commedia in tre atti
Sarà la primavera. Sarà un virus che di tanto in tanto, ciclicamente colpisce la Fiorentina, a prescindere dalle ere e dalle proprietà che la dirigono. Ma nel dna di questo club ci sono delle giornate inspiegabili. Ancora una volta, come è accaduto negli ultimi 10 giorni, dentro la polemica è finito l’ad Mencucci, ma in questo caso indirettamente: l’hanno tirato per la giacchetta e i tifosi non c’entrano proprio (neppure la stampa, solo spettatrice davanti ad una società che si avvita su stessa). Commedia in tre atti: accuse di Pasqual a Mencucci, replica dura con minacce di sanzioni disciplinari da parte della società, quindi le scude di Pasqual. Un trionfo, applausi.
Primo atto. Pasqual - nella conferenza stampa ufficiale di giornata - accusa, senza se e senza ma, l’ad viola: «Qualcuno mise in dubbio la mia professionalità, ma non era nè un compagno, nè l’allenatore. A farlo fu l’amministratore delegato Mencucci ». Come è nata questa frase del mancino viola? Semplicemente così: «Sono stato chiamato in questi giorni dalla Fiorentina. Per il rinnovo? Non lo so, ma a me piacerebbe perché qui sto bene. L’unica condizione che chiedo è di essere considerato come gli altri, non uno di cui si dubita della professionalità...». Questa, insomma, è stata la miccia.
Un caffè, due chiacchiere, e via col secondo atto: la risposta della società. A metà pomeriggio dal pentagono di viale Fanti viene emesso un duro comunicato: «La Fiorentina, preso atto di alcune dichiarazioni di Manuel Pasqual quest’oggi (ieri per chi legge, ndr) in sala stampa, dichiara inaccettabili comportamenti simili da un proprio tesserato. Se la società decide di spronare il proprio patrimonio tecnico lo fa con responsabilità e autorevolezza, ma anche con profondo rispetto. La dichiarazione “Mi hanno accusato di non essere un professionista“ attribuita all’amministratore delegato Sandro Mencucci è assolutamente falsa. La Fiorentina si riserva di assumere azioni disciplinari nei confronti del proprio tesserato».
Terzo e ultimo atto, quello del tripudio: un successo di pubblico e critica... Manuel Pasqual, evidentemente
scosso dalla replica dei dirigenti e soprattutto dalle minacce disciplinari, proprio adesso che aveva riconquistato
il posto, ha inserito una retromarcia spettacolare. E infatti la società - ovvero il pilota che ha consigliato questa
manovra - ha emesso un’altra nota, questa volta con le dichiarazioni di Pasqual medesimo: «Le frasi da
me espresse in sala stampa - ha tenuto a precisare il mancino -, sono state frutto di considerazioni a me riportate. Dopo un confronto nel pomeriggio, al termine dell’allenamento, con l’amministratore delegato Sandro Mencucci, ho capito invece che il messaggio delle parole riportatemi non ero veritiero. Per cui mi scuo per questo malinteso». Tradotto in italiano: le accuse di scarsa professionalità non sarebbero state espresse
- secondo quest’ultima versione dei fatti - direttamente dall’ad viola Mencucci, bensì sarebbero state riportate
da indiscrezioni di corridoi. Insomma, nella miglior tradizione del sabato del villaggio. Tutto molto bello, polemica chiusa. Oddio...