Novellino-Toro, la resa dei conti

22.10.2009 17:48 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Francesco Manassero per www.leggo.it
Novellino-Toro, la resa dei conti
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© foto di Giacomo Morini

C’eravamo tanto amati: appunto. Domani l’Olimpico sarà una bolgia contro Monzon e la Reggina. Chi perde, “muore”: sembra un’esecuzione senza pistole. Chi perde, tocca l’inferno. Colantuono non può permettersi altri passi falsi in casa dopo il trittico da shock contro Padova, Ancona e Modena: un solo punto. Novellino, quint’ultimo, ha il fiato del presidente Foti sul collo: se fallisce ancora, ha le valigie in mano e tornerà a Perugia senza passare dallo Stretto.


Torino-Reggina è per certi versi una partita drammatica tra vecchi amici. Di più, tra cuori granata: e per questo, ancora più crudele. Ecco il Wan pensiero. «Mai avrei pensato di giocarmi tutto contro il Toro, il calcio è spietato. Però mai potrò odiare questi colori. Sotto la Mole sono cresciuto, ho fatto le scuole, ho dato i primi calci al pallone, sono diventato un uomo prima che un professionista».


Una sfida da libro Cuore: come nel romanzo di De Amicis, anche la location è la stessa: la prima capitale d’Italia. Ma non c’è tempo per sentimentalismi. Novellino, sul quale pende l’ultimatum del presidente, ne ha ancora meno del collega di Cinecittà e domani sera sarà costretto a cercare l’impresa a casa sua, contro la squadra che ha allenato a targhe alterne per due anni e nella quale esordì in serie A il 10 dicembre 1972 contro il Napoli (0-0), chiamato da Giagnoni a sostituire Rampanti. «Sono in imbarazzo - ecco il perugino - devo cercare punti nella piazza più importante della mia vita e sono sicuro che li troverò. E se mi fischiano non importa».


Parole. Desideri. Proclami. Che quasi fanno sorridere i tifosi del Toro: ci sono passati anche loro attraverso gli affanni di Novellino, le sue scelte, il suo gioco. Chi l’ha seguito anche in Calabria giura che la squadra di Monzon sembra il Toro dell’anno scorso e quello dell’anno prima. Anche le critiche sono identiche. Anche i rischi, la tensione e lo stato di confusione e incertezza che il vulcanico tecnico si porta avanti da quando ha lasciato tre anni fa la Sampdoria. Come il dubbio che, a soli cinquantasei anni, Novellino sia un allenatore sulla via del tramonto.


Però, il tifo granata gode soltanto a metà. E si divide. Per qualcuno, Novellino è ancora il ragazzo del Filadelfia. Per altri, solo un incubo: se sono la maggioranza si vedrà all’Olimpico. Per tutti, la colonna sonora è già scritta. E se allo stadio si sentirà il coro “Novellino esonerato”, significherà semplicemente che il Torino avrà fatto il proprio dovere.