Nesti Channel - La Juve salva la faccia, il Torino no!
La città di Torino è uscita con le ossa rotte dal confronto incrociato con Milano. Sabato sera solo il cuore della Juve, sotto di un gol e con un uomo in meno, ha consentito ai bianconeri di evitare la sconfitta contro un'Inter, la cui superiorità è apparsa evidente, soprattutto nel secondo tempo. La gara di San Siro, invece, ha visto il Milan asfaltare un Toro impaurito e inguardabile, risultato che ha consentito allo scatenato Inzaghi e compagnia di agguantare il secondo posto a pari punti con la banda Ranieri, che nelle ultime tre giornate ha dimenticato il dolce gusto della vittoria.
Lo scudetto ormai era andato, ad un certo punto sabato sembrava svanita anche la possibilità di evitare il tracollo, dopo il gol di Balotelli. I cori razzisti all'indirizzo del giocatore di Mourinho, talentuoso ma con atteggiamenti da primadonna che poco si addicono a un 18enne, hanno fatto parlare poco degli aspetti tecnici della sfida dell'Olimpico. Che ha confermato che con mezza squadra fuori tra infortuni, squalifiche e assenze varie, con Del Piero e Nedved a corto di energie, dopo aver tirato la carretta per tutta la stagione, la Juve non ha armi per giocarsela come avrebbe voluto.
A questo gruppo manca qualità, soprattutto in mezzo al campo, oltre ad un grande difensore da affiancare a Chiellini (ma lo potrà essere il cavallo di ritorno Cannavaro, che a settembre farà 36 anni?), non fa però difetto il carattere. E così l'Inter, che ha gigioneggiato nel finale, sfiorando il raddoppio ma senza mai giocare con la cattiveria che serve per uccidere certe partite, ha subito nel recupero il pareggio di Grygera. Che ha fatto esplodere l'Olimpico come un gol scudetto. Ma che, ad essere cattivi, significa che la Juve di oggi è ancora molto lontana dall'obiettivo più importante, se trova modo di esultare per una sconfitta rimediata in extremis, che servirà solo a rimandare la festa scudetto degli avversari.
La Juve ha dimostrato cuore e ha salvato la faccia, il Toro neppure quello. A San Siro i granata sono stati annichiliti dal Milan, che è andato ad un passo dal ripetere il 6-0 dell'ottobre del 2002. Le gite a San Siro evidentemente poco si addicono a Camolese, che aveva puntato tutto su una partita di grande attenzione difensiva, per puntare allo 0-0 e provare magari a colpire nella ripresa, in spazi larghi. Ma il secondo tempo è stata accademia e per fortuna che Ancelotti ha deciso di togliere lo scatenato Inzaghi, che altrimenti avrebbe rischiato di proseguire, non pago della tripletta rifilata ai marmorei Natali e compagnia.
Inutile parlare di singoli, quando si subisce una ripassata del genere. Il carattere sfoderato contro il Catania, decisivo nel finale per arrivare al successo, stavolta non si è mai visto e considerato che il gioco continua a latitare, c'è di che stare poco allegri. A parte qualche sprazzo di Abate, nessuno ha meritato la sufficienza, ma domenica c'è una partita contro il Siena in cui servirà tutt'altro spirito e atteggiamento. Per non dover confidare sempre nelle disgrazie altrui (leggi Bologna e Lecce). Di sicuro, sul fondo si sta facendo gara a chi fa peggio, risultato che consente persino alla Reggina, che non vinceva da cinque mesi, di tornare a sperare, dopo il colpaccio di Bergamo