Nesti Channel - Juve e Toro, occasione persa
L’ultimo fine settimana di settembre ha regalato alle torinesi due pareggi che lasciano l’amaro in bocca per aver sprecato l’occasione di trovarsi da soli in vetta. Nel big match della B, sabato il Toro si è fatto rimontare due volte a Frosinone, consentendo ai ciociari di mantenere il primato, mentre la Juve ha giocando un secondo tempo in calando contro il Bologna ed è stata punita nel recupero da Adailton, consentendo alla Sampdoria di essere al comando, dopo aver battuto l’Inter nell’anticipo.
Nella domenica dell’annunciato primato in classifica, del ritorno di Diego dal primo minuto e del debutto stagionale di Del Piero (in campo nel finale), la Juve non aveva fatto i conti con un Bologna generoso e indomabile. La formazione di Papadopulo, se si esclude l’oscena maglia verde sfoggiata all’Olimpico, ha fatto tutto bene, dopo un avvio al rallentatore che era costato la rete di Trezeguet: Guana e compagni hanno comandato la ripresa per larghi tratti, hanno sprecato molto, ma al 93’ sono riusciti ad acciuffare un meritato pareggio con il brasiliano Adailton.
Quello più atteso, Diego, era uscito da una mezz’ora, dopo aver illuminato il gioco della Signora per un tempo ma essere rimasto a secco di energie dopo l’intervallo. Senza la sua stella la Juve è rimasta al buio, così come ha perso propulsività sulla destra dopo l’uscita di Zebina (ispiratore dell’1-0), mentre i cambi operati da Papadopulo hanno migliorato il Bologna, che non a caso ha trovato l’1-1 grazie alla combinazione tra i nuovi entrati Tedesco e Adailton. E la complicità della dormita di Molinaro, che ha fatto rimpiangere Grosso.
Il secondo pareggio in tre giorni ha avuto un sapore molto diverso per la Juve: se a Marassi il 2-2 contro il Genoa era giunto in rimonta al termine di una partita a lungo dominata (e con alcune sviste arbitrali che non avevano certo favorito i bianconeri), col Bologna la squadra di Ferrara ha fatto un passo indietro sul piano del gioco, oltre ad aver perso l’occasione di volare da sola in vetta alla classifica, visto che nella ripresa hanno giocato solo gli ospiti, mentre la Juve si è resa pericolosa solo su azione d’angolo, con il palo colto da Camoranesi.
Per il Toro, invece, è la vecchia storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda di come lo si guarda. Se si pensa alla squadra spenta e poco incisiva di martedì, battuta in casa dal Padova, il 2-2 di Frosinone è un risultato confortante, tanto più perché ottenuto in assenza di capitan Di Michele, se si considera che la squadra di Colantuono si è fatta rimontare due volte, ha centrato una traversa e ha fallito un rigore, al Matusa ha perso due punti.
Una battuta d’arresto che avesse fatto seguito allo scivolone interno di martedì avrebbe fatto scattare l’allarme e forse ridimensionato la portata di alcuni larghi successi granata in questa prima fase del campionato. In terra ciociara, invece, il Torino ha giocato una partita da Toro, scoprendo finalmente di avere in Leon un trequartista in grado di accendere la luce non solo ad intermittenza, oltre che in grado di trovare la via del gol. Bianchi ha sprecato un rigore ma si è riscattato subito dopo con un gol d’autore, la squadra ha retto l’urto degli avversari anche nel loro momento migliore e non ha perso la testa nel finale, dopo aver subito la seconda rimonta.
Il problema è la mancanza di qualità in mezzo al campo che anche la partita di Frosinone ha evidenziato una volta di più, oltre ad un atteggiamento difensivo che ha ripetuto in fotocopia lo stesso errore, in entrambe le azioni delle reti della squadra di Moriero. E siccome era sempre arrivato dalla fascia sinistra il gol del Padova con Di Nardo, tre indizi fanno una prova: su quella corsia il Toro è scoperto, che giochi Rubin, Ogbonna o Pisano, tanta quantità ma poca qualità. E in mezzo Loria può ancora essere utile, se ritroverà presto la piena efficienza fisica. In sei giorni arriveranno all’Olimpico prima l’Ancona e poi il Modena: servono sei punti per tornare a guardare tutti dall’alto in basso.