Moggi: "Il Napoli non ha una base d'esperienza nei ruoli chiave, organico sensibilmente da ritoccare"

16.05.2009 16:53 di  Raffaella Bon   vedi letture
Moggi: "Il Napoli non ha una base d'esperienza nei ruoli chiave, organico sensibilmente da ritoccare"
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© foto di Federico de Luca

L’ex direttore generale di Napoli e Juventus, Luciano Moggi, intervenendo a “Radio Goal”, sulle frequenze di Radio Kiss Kiss Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: “Le panchine della prossima stagione? Ranieri resta quasi certamente alla Juve, Ancelotti lascia il Milan ed al suo posto vedo bene Gasperini. Preziosi ha detto che resta al Genoa? Appunto… Spalletti? Il suo problema è legato alla Juve: se Ranieri resta, anche lui resta alla Roma. Le cause principali della crisi del Napoli sono dovute alla preparazione della Coppa, che hanno gravato su una squadra senza classe. Una volta scaduta la condizione atletica, il Napoli ha avuto grandi difficoltà. Direi che la posizione in classifica degli azzurri rispecchia fedelmente i suoi valori. L’organico è certamente inferiore a quello delle squadre che precedono il Napoli. Il Napoli ha bisogno di una struttura basata sull’esperienza, che purtroppo non ha. Il regista? Ci vuole solo in un film. Quando ho venduto Zidane, ho preferito l’agonismo piuttosto che la tecnica ed ho preso Pavel Nedved. Il Napoli deve prendere tre, quattro giocatori di trent’anni, che facciano da chioccia ai più giovani. Solo in questo caso allora i giovani vanno benissimo. Prendiamo Hamsik: è scaduto di condizione anche perché non ha avuto la collaborazione, a centrocampo, di giocatori che potessero metterlo nelle condizioni ideali per fare il suo lavoro. Hamsik non aveva nessuno che potesse aiutarlo dal punto di vista psicologico e morale. Per il futuro, poi, prenderei meno sudamericani. I voli transoceanici creano problemi alla squadra, quindi sarebbe meglio non acquistarli. Certo se sono campioni che danno un’impronta va bene, ma nel caso del Napoli, meglio lasciarli dove stanno e guardare ai calciatori europei. La scelta di Donadoni? Donadoni è una persona squisita, un professionista eccellente ma ha bisogno di fare esperienza. Mi auguro che impari in fretta quello che è Napoli, che comprenda la voglia di vincere della piazza. Forse è stata un po’ affrettata. Un allenatore italiano conosce ogni calciatore, titolare o riserva che sia e non credo ci fosse bisogno di esonerare Reja per consentire a Roberto di conoscere la rosa del Napoli. la squadra, tra l’altro, non ha più nulla da dare e ciò che ha fatto con Reja, sta puntualmente ripetendo anche ora. D’altro canto, quando manca la base, bisogna accettare il gioco che c’è e capire che si è sulle gambe. Il fatto che a Lecce il Napoli sia sembrato in ripresa è un fatto che fa piacere perché non si possono fare figure meschine come quella di Siena. Il caso-Zalayeta? Ricordo Marcelo come un professionista serio, uno dei sudamericani migliori, come lavoratore. Nella Juventus non ricordo una sua irreperibilità di due giorni. Bastava mezza giornata che partiva subito per l’Uruguay: forse a Napoli chi lo gestisce evidentemente ha permesso al gruppo dei sudamericani qualcosa di troppo. Per il futuro, ad ogni modo, credo che l’organico vada sensibilmente ritoccato in ogni ruolo. La spaccatura tra A e B? Cambierà la struttura: i grandi club creano un settore giovanile eccellente e la scissione tra le due Leghe sarà problematica. La A è il traino, la B vivacchia alle sue spalle e la scissione non dico che farà sparire la Lega di B, ma quasi. Quando le società della massima serie non potranno valorizzare i propri giovani in B, ci sarà un grande contraccolpo, soprattutto nel settore giovanile. La serie A, così, avrà sempre più soldi, la B sempre meno”.