Maroni svela la Tessera del Tifoso: "Lo scopo è colpire i gruppi protagonisti di scontri o pressioni"
Commissione affari costituzionali del Senato, va in scena il calcio. Roberto Maroni parla della Tessera del Tifoso: "E' vero, l’articolo 9 della legge Amato va cambiato, ma l'introduzione della tessera è legittimo".
Sono tre i punti che infiammano i tifosi, e vanno chiariti. Punto uno, chi ha subito un Daspo o è sottoposto a sorveglianza speciale non la può avere, come chi ha commesso reati da stadio.
Ma Maroni precisa: "Non a vita, ma per chi ha commesso detti reati o ricevuto Daspo negli ultimi cinque anni. Ed il periodo di divieto di concessione della tessera deve tenere conto di quello già scontato per il Daspo stesso; infine in caso di assoluzione o revisione totale o parziale del Daspo, i motivi ostativi sono considerati immediatamente decaduti". Nessun preclusione definitiva, quindi.
Ma l'obiettivo finale, è e resta destrutturare i gruppi del tifo organizzato: "Anche io ho fatto parte da giovane di una tifoseria organizzata del Varese, ma andare allo stadio era motivo di gioia e festa. Non un modo o momento che serviva per organizzare una trattativa con la società per ottenere privilegi, biglietti gratis e simili. E' giusto colpire questi gruppi che fanno pressioni sulle società e che si rendono spesso protagonisti di episodi di violenza".
Ed il ministro non intende fermarsi, anche se le società si oppongono. "Ho concesso una proproga fino a gennaio, ora vado avanti. E' una legge voluta da chi mi ha preceduto, che io mi limiterò a far applicare dopo troppe proroghe. Anche le società capiranno che è la cosa migliore, non possono spendere milioni per mettere in sicurezza impianti di proprietà municipale di cui usufruiscono un giorno ogni due settimane".