Longo: "Final Eight, non siamo i favoriti, ma possiamo giocarcela contro chiunque"
In una lunga intervista rilasciata al sito ufficiale del club, il tecnico della Primavera, Moreno Longo, ha parlato delle Final Eight che prenderanno il via il 4 giugno, con i granata che per passare il turno dovranno battere l'Atalanta. Ecco le sue dichiarazioni:
Il suo Toro ha dominato il girone A del campionato Primavera però onestamente non siete i favoriti per lo scudetto nella Final Eight. Qual è la squadra da battere?
“Sicuramente la Lazio. Intanto perché è la detentrice dello scudetto e poi perché ha cambiato molto poco rispetto alla scorsa stagione: quindi ha mantenuto alte le sue potenzialità e ha pure un anno di esperienza in più. Poi vedo come outsider Fiorentina e Atalanta. Premesso questo non va trascurato un aspetto determinante: lo scudetto verrà assegnato con la formula di un torneo a eliminazione diretta, quindi ci sarà spazio per tutti compreso il nostro Toro”.
Un anno fa avete perso contro la Lazio che poi ha conquistato il titolo. Di quella partita restano più rimpianti che rimorsi: quante volte ha ripensato alle occasioni sciupate in quel match?
“Quella è stata una partita che ha chiuso con un retrogusto piuttosto amaro un anno molto positivo. Per quanto visto sul campo quel pomeriggio avremmo meritato noi il passaggio del turno, ma in una gara secca può anche non vincere la squadra che gioca meglio. E purtroppo a noi andò così“.
Come si presenta il Toro all’appuntamento più importante della stagione?
“Si presenta voglioso, umile ma determinato, con la convinzione di potersela giocare contro chiunque. E’ il nostro spirito, è quello che ci ha contraddistinto per tutta la stagione: sappiamo che se approcciamo bene la partita, se mettiamo in campo tutti i nostri valori, se facciamo ciò che siamo in grado di esprimere possiamo ambire a un ruolo importante in questa Final Eight”.
Subito l’Atalanta, una delle espressioni migliori del calcio giovanile italiano. Che partita sarà?
“L’Atalanta è una delle squadre più complete tra le otto finaliste. Loro come noi rappresentano la storia del vivaio italiano: prevedo un match tutto sommato equilibrato dove gli episodi e la freddezza nei momenti clou dell’incontro faranno la differenza”.
Del Toro si dice che sia un grande collettivo. Ma in un mini torneo a eliminazione diretta conta di più l’organizzazione di gioco o l’estro dei singoli?
“Il calcio è uno sport di squadra e non può prescindere dall’organizzazione. Anche a livello di campionato Primavera il gruppo può supplire persino a qualche lacuna del singolo. E’ altrettanto evidente però che la qualità, l’estro individuale, la giocata estemporanea in una gara secca possono risultare armi determinanti”.
Emozioni, sensazioni della squadra dopo la giornata a Superga per onorare il Grande Torino e la carica ricevuta dal Presidente Cairo?
“Siamo tutti orgogliosi di aver potuto partecipare a una giornata così importante. Non poteva esserci miglior modo per infondere ai nostri ragazzi cosa significa essere del Toro. Di quel pomeriggio a Superga in ognuno di noi resta la magia di aver visto fondersi in un blocco forte e compatto tutte le anime del Toro: la Società, i calciatori, i tifosi. E poi come sempre sono arrivate dritte al cuore le parole del Presidente. La sua carica, davanti alla lapide dei Caduti, dopo la benedizione di don Aldo Rabino, sarà ulteriore stimolo a dare il meglio di noi stessi”.
Nei quarti ci sarà Roma-Lazio, il derby contro la Juve potrebbe esserci solo in finale. Lo vede possibile come scenario?
“Qualora si verificasse ci penseremo se, e quando, ci sarà. In testa abbiamo solo l’Atalanta, null’altro”.
Da allenatore, quali saranno i protagonisti del calcio di domani che possono ambire al ruolo di primattori in questa Final Eight?
“Escludendo i ragazzi del Torino, che meritano tutti le nostre attenzioni, provo a indicarne uno o due per squadra. E allora dico Varano e Olausson dell’Atalanta; Ricci della Roma; Crecco e Tounkara della Lazio; Mbaye e Da Silva del Chievo; Capezzi e Bangu della Fiorentina, Malele del Palermo, Marzouk e Donis della Juventus”.
Prima della Final Eight ha la possibilità di rivolgere un grazie. A chi lo dedica?
“Uno solo non mi basta, però mi piace l’idea del Toro che sa unire attorno a sé tutte le sue anime e quindi il mio pensiero va alla Società che ci ha sempre permesso di lavorare nel migliore dei modi. Ai ragazzi per la loro totale disponibilità e per l’impegno che non è mai mancato: avanti così, ancora uno sforzo, dài! E poi allo staff, a tutte le persone che gravitano attorno alla squadra, perché dal 16 luglio a oggi hanno svolto un grande lavoro. Nessun’altra parola potrebbe sintetizzare meglio ciò che voglio dire, colgo volentieri l’occasione per farlo. E dunque grazie. Grazie di cuore”.