Lo Monaco non chiude le porte al Toro: "Piazza dalla passione incredibile. Cairo? Un pragmatico"
Da circa un mese è un disoccupato di lusso, almeno nel calcio italiano che conta, dopo il divorzio-lampo burrascoso con il Genoa. In questo momento, Pietro Lo Monaco si occupa di riportare in auge il Messina, e va in cerca di nuovi talenti in giro per il mondo. Tuttosport lo ha intervistato, entrando anche nel merito dell'accostamento del suo nome a quello del Torino: "Ora che ho più tempo ne approfitto per approfondire altre realtà calcistiche. Mi muovo, che è la cosa più bella: se vai in giro, i buoni giocatori li trovi ovunque. Poi, è chiaro, la differenza la fa la gestione", -afferma l'ex Ad del Catania, che poi affibia un aggettivo a diversi presidenti di serie A: "Galliani? Saggio, equilibrato. E il più bravo di tutti. Marotta e Agnelli? Beppe è professionale. Agnelli… Lui è il futuro. Cellino? Vulcanico, ma innamorato. Pulvirenti? Passo. Preziosi e Moratti? Giocherellone il primo, Moratti è la bontà fatta a persona. De Laurentiis? Una ne pensa e cento ne fa. Zamparini? Vulcanico, ma buono. Lotito? Forse il più difficile con cui trattare. Ha le sue idee ed è dura scardinarle. Ma un po' tutti, in realtà, sono umorali, istintivi. Cairo? Pragmatico, uno che sta sul pezzo. Se il patron del Toro mi chiamasse? Posso dire con coscienza che la passione della gente granata è incredibile, si tratta di una delle prime sei società in Italia come importanza. Ma non so, al momento sta facendo bene e mi auguro che continui: buon allenatore, presidente innamorato della squadra. Ho un buon rapporto con Cairo e nutro molta stima nei confronti degli attuali dirigenti, forse è per questo che a volte vengo abbinato al Torino..."