Leggo - Colantuono: "Mi serve Italiano"
Marine Colantuono promuove il Toro. «Finora il lavoro svolto è stato davvero soddisfacente - il giudizio dell’allenatore - ho notato grande intensità, grande concentrazione, grande impegno. I ragazzi hanno capito il momento. Sono intelligenti». Maestro Mazzone lo guida da lontano. Il romano si svela e parla a trecentosessanta gradi di sè, del Toro, di mercato e dell’illustre vicino di casa. Entrambi romani, entrambi marchigiani per scelta di vita. Il granata è di San Benedetto del Tronto, Mazzone di Ascoli Piceno.
«Per me, Carletto rimarrà sempre il numero uno - la confessione di Colantuono - è stato un grande per come è riuscito a trasmettere grinta e spirito di sacrificio alle sue squadre. Non ho difficoltà a dire che mi ispiro a lui, è il mio maestro. Anche per me, il lavoro è la base di ogni successo. Fatica, sudore, concentrazione, dedizione: se il Toro saprà raggiungerli, imparerà anche a vincere. Però, non chiamatemi sergente di ferro. Non lo sono. So anche sorridere, stare alla battuta, stemperare il momento. Soprattutto in questi giorni di duri carichi di lavoro. Ma non dimentichiamo che noi siamo pur sempre dei privilegiati. Ci sono delle regole da rispettare. Chi non lo fa, è fuori. Io sono un uomo leale, da tutti mi aspetto lo stesso trattamento. Magari anche duro. E intransigente. Però schietto. Con me, non c'è spazio per certi errori. Si deve dare tutto. Si vive così, si vince così. Ricordiamo che rappresentiamo una società e una città importantissime, non possiamo comportarci in altra maniera. E anche le parole del presidente Cairo sono state inequivocabili».
Seguitemi, e vi porterò lontano: questo il messaggio di Colantuono e - in sintesi - quel che ripete anche alla squadra, che da cinque giorni sta assaggiando i suoi metodi. Il Toro ha tagliato i ponti con il passato. Il primo giorno di scuola è per tutti. Chi sbaglia paga: in ballo c’è la sopravvivenza di una delle più gloriose società italiane. Anche per questo motivo non si può fallire l'obiettivo. Per completare la rosa mancano almeno un terzino destro e un playmaker. Colantuono non fa nomi, ma la sponsorizzazione non lascia margini a dubbi: Italiano. «Ho bisogno di facce da B - dice - di gente esperta che abbia già vinto la categoria. Lui migliorerebbe il tasso tecnico, sarebbe importante per noi. L'età? Non m’interessa. Io devo vincere adesso, non tra cinque anni».
Lo strappo alla regola è Gorobsov. Il giovane italo-argentino ha già incantato tutti e in questo caso Colantuono fa nome e cognome: «E’ un ragazzo di ottima qualità, Foschi l’ha scelto per questo. Come al solito il nostro ds ha visto bene».
Francesco Manassero