Le torinesi? Fuori da tutto, finisse ora il campionato
Se la stagione si fosse conclusa ieri, per Juve e Toro sarebbe stato un autentico fallimento. Bianconeri fuori dall'Europa, granata esclusi dalla zona playoff. Per entrambe l'ultimo turno, andato in scena in anticipo, ha regalato un pareggio in rimonta, anche se il punto conquistato dalla banda Zaccheroni a Livorno assomiglia ad un brodino, mentre quello degli uomini di Colantuono contro il Brescia ha evitato che andasse in fuga una diretta concorrente per la post season. L'ultima Juve di Ferrara perdeva sempre, le prime due targate Zaccheroni non vanno oltre il pareggio contro avversarie in lotta per non retrocedere. Dopo l'1-1 con la Lazio, stesso risultato a Livorno e soliti problemi evidenziati in tutte le zone del campo. Dietro la Juve ha solo Chiellini (e in parte Legrottaglie, autore del gol del pari) su livelli importanti, Buffon nel finale ha dovuto blindare l'1-1, mentre Caceres e Grosso sono esterni che non proteggono a sufficienza, se si sceglie di giocare con la difesa a tre. Felipe Melo si è fatto cacciare, la squadra ha sostenuto poco Diego, mentre di Amauri ormai si sono perse le tracce, tanto che anche Lippi si è sbilanciato, annunciando che non ci saranno chance azzurre per l'oriundo italo-brasiliano (al di là della vicenda passaporto). Mentre l'Inter fa corsa a sé, la Roma di un Ranieri forse solo adesso rimpianto (dopo essere stato frettolosamente allontanato) diventa seconda forza di un campionato nel quale tutte le candidate ad un posto in Europa corrono. Oggi la Juve sarebbe fuori anche dall'Europa League, c'è da cambiare marcia alla svelta, per provare ad inseguire un posto in Champions e non considerare fallimentare una stagione già ampiamente deludente. Ma il dubbio che Zaccheroni possa essere il pilota giusto, lui che in corsa non ha mai saputo fare la differenza (ricordando i precedenti con Inter e Toro) comincia a venire. E domenica ci sarà il confronto con il Genoa dell'ex Giampiero Gasperini, che ha saputo venire fuori dalle secche dopo un difficile mese di dicembre: rimandare ancora l'appuntamento con il successo per la Juve vorrebbe dire precipitare definitivamente all'inferno. Il Toro del nuovo corso, invece, ha colto un punto contro il Brescia che può essere letto in modo diverso, a seconda dei punti di vista. E' la vecchia storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. La squadra di un mese fa, sotto di un gol e con un uomo in meno, contro un'avversaria di valore come il Brescia avrebbe rimediato una sonora scoppola, invece venerdì sera ha saputo raddrizzare la gara grazie ad un gran gol di capitan Bianchi (e alle parate di Sereni), non perdendo ulteriore contatto dalle rondinelle. Ma i successi colti sabato da Lecce e Sassuolo hanno spento anche la fiammella della speranza: con 13 punti di distacco dal duo di testa, per Colantuono e i suoi ragazzi l'imperativo è quello di conquistare un posto nei playoff, perché la serie A diretta è diventata un miraggio. La grinta di Pestrin, la verve di D'Ambrosio, il finale incoraggiante di Barusso, la partita in crescendo di Genevier, dopo un primo tempo al rallentatore: il Toro ridisegnato dal mercato, grazie all'incessante lavoro del ds Petrachi, oggi è una squadra che ha un'anima, che gioca con coraggio e determinazione. Sarà meno ricco di nomi e di giocatori di qualità, ma adesso la sensazione che offre è quella di essere un gruppo coeso, senza (presunte) stelle o giocatori con atteggiamenti e ingaggi da categoria superiore, che mal si sposano con la realtà della cadetteria. Purtroppo la sfida contro il Brescia ha detto anche che in difesa manca un vero leader (in assenza di Loria) e che davanti, se non segna Bianchi, sono dolori, perché Inacio Pià ha lasciato molto a desiderare e finora non ha ancora convinto: siccome a Bergamo contro l'AlbinoLeffe, per la partita del cuore di Mondonico, i granata non potranno contare sul loro capitano e centravanti, fermo per squalifica, sarà dura per Colantuono trovare le armi per scardinare la difesa orobica. La logica è che scatterà l'ora del debutto da titolare per Salgado, a meno che il tecnico non decida di varare un modulo ad albero di Natale, con Leon e Gasbarroni nelle vesti di rifinitori.