Le leggi inglesi un ostacolo per i giocatori extracomunitari

16.09.2015 11:58 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alex Bembi per TorinoGranata
Le leggi inglesi un ostacolo per i giocatori extracomunitari
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Durante l’ultima sessione di mercato, alcune fonti giornalistiche di portata nazionale hanno riportato indiscrezioni secondo cui il Torino FC avrebbe ricevuto offerte dall’Inghilterra, in particolare dal Tottenham Hotspurs, per Nikola Maksimović. Non molti però avevano fatto i conti con le leggi del Regno Unito in termini di concessione del permesso di lavoro, un ostacolo per i giocatori extracomunitari non da poco. Eh sì! Perché la Serbia non è ancora parte della Comunità Europea e tutti i suoi giocatori, per ambire ad un posto di lavoro in Gran Bretagna, devono passare al vaglio della commissione che li concede. La regola è semplice, anche se pare ai più ignota: per poter giocare tra i professionisti in Inghilterra, un calciatore extracomunitario deve aver collezionato almeno il 75% di presenze nelle gare disputate negli ultimi due anni dalla sua nazionale. A rendere più restrittiva la norma si aggiunge il fatto che le presenze devono essere effettive: le presenze in panchina o le semplici convocazioni non contano. La Football Association ha cercato di ammorbidire, già dalla stagione 2015-16, la norma abbassando la soglia di presenze in nazionale sino al 30% per i giocatori appartenenti alle nazionali nelle prime trenta posizioni del ranking FIFA, ma per il giocatore granata non sarebbe comunque bastato: la Serbia attualmente occupa la 74ª posizione e Maksimović vanta uno score di appena cinque presenze in nazionale, di cui una soltanto negli ultimi due anni (la vittoria serba per 0-2 in terra greca del il 18 novembre 2014). Il difensore era quindi ben lontano da avere i requisiti per potersi trasferire in Premier League.

L’unica possibilità per un club britannico di poter ingaggiare un calciatore con lo “score” di Maksimovic, avrebbe dovuto passare per il ricorso contro la norma. Alcune volte, per giocatori di caratura internazionale, la corte di competenza ha accolto i ricorsi e concesso il permesso di lavoro. Tuttavia sono casi abbastanza rari e piuttosto lunghi in termini di tempo: dopo la presentazione delle carte, sono infatti necessarie due settimane per ottenere una decisione che, oltretutto, diventa inappellabile. In sostanza, sembra strano che qualche team della perfida Albione abbia puntato su questa carta, rischiando di rimanere col classico cerino in mano a pochi giorni dalla chiusura del mercato.