Il segreto di Cavasin, ogni volta squadra diversa

26.09.2009 10:46 di Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: gazzetta
Il segreto di Cavasin, ogni volta squadra diversa
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© foto di Federico De Luca

Squadra che vince si cambia. Non è un paradosso, ma il segreto della capolista. L'arma in più del Brescia. Il co­raggio di Alberto Cavasin, che a Grosseto presenta la settima formazione diversa in 7 gare: «Io non voglio cambiare per cambiare, ma cerchiamo sem­pre di migliorare fermo restan­do il canovaccio tattico». Cava­sin ama sperimentare. In poco tempo si sono visti, nell'ordi­ne: un centrale di difesa tra­sformato in playmaker (Be­ga); un fluidificante provato at­taccante (Lopez); una punta reinventata trequartista (Pos­sanzini). A destra, nel frattem­po, si sono alternati in tre (Zambelli, Martinez, Rispoli). E c'è stato il 4-3-3, poi il 4-4-2, quindi il 4-3-1-2. Punti fermi? Pochi. La solidità è fra i pali, dove Arcari ha zittito le voci di mercato. E' in mezzo al campo, con Baiocco uomo-ovunque. E' nel tridente, voluto da Cavasin da quando Caracciolo ha scon­tato la squalifica.

L’attacco Cavasin sceglie il ri­schio, perché ne vale la pena. Certo, ogni tanto il Brescia si allunga e va in barca. Ma quan­do la palla finisce fra i piedi di quei tre... Flachi segna, sforna assist e procura rigori. Carac­ciolo viaggia al ritmo di un gol a partita. E Possanzini, marte­dì sera, ha schiantato il Sassuo­lo. Regista, trequartista, pun­ta: Possanzini a tutto campo, da capitano vero. «Là davanti non cambio nulla — conferma Cavasin — perché siamo in evi­dente crescita e quando si fina­lizza bene, tutto diventa più fa­cile. A questo punto dico che, anche se mi mancasse Flachi o Caracciolo o Possanzini, conti­nuerei con il tridente». Il pro­blema non si pone a Grosseto. Qui le novità sono figlie dell'ab­bondanza: «Il sogno di ogni al­lenatore, no? Una rosa piena di alternative era il mio primo obiettivo, adesso mi godo que­sto imbarazzo della scelta».