Il pagellone del centrocampo del Toro: un reparto troppo spesso in difficoltà che si è un po’ risollevato con l’arrivo di Mandragora

24.05.2021 14:08 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Rolando Mandragora
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Rolando Mandragora
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il fulcro del gioco sta nel centrocampo che deve dare equilibrio all’intera squadra supportando sia la difesa sia l’attacco. E’ mancato in tutto in questa stagione. All’inizio con Giampaolo mancavano ben due calciatori fondamentali per il suo gioco il play davanti alla difesa, con Rincon che ha dovuto essere adattato a questo ruolo, e il trequartista. Oltretutto Baselli è stato infortunato a lungo, quasi tutta la stagione, avendo dovuto recuperare dall’operazione al ginocchio di inizio giugno 2020. E Linetty, voluto dall’allenatore, ha deluso le aspettative e Gojak, catapultato a fine mercato estivo nel campionato italiano, ha faticato non poco, ma tratta vasi di scommessa. Solo con l’arrivo di Mandragora a gennaio voluto fortemente da Nicola, ha immesso un po’ di qualità a un reparto che già l’anno scorso aveva palesato non poche difficoltà e che da tempo immemore non è sufficientemente adeguato. Nel complesso il voto che si può dare oggettivamente al centrocampo è 5.

Rincon: si è adattato di buon grado a fare il play davanti alla difesa, ma non è ha le caratteristiche tecniche e per questo non gli si può imputare assolutamente nulla. Ha lottato, corso e retto il centrocampo sulle sue spalle da solo fino all’arrivo di Mandragora il primo febbraio. Per l’impegno è encomiabile, per il gioco il più delle volte se la cava nell’interdizione, ma pecca un po’ quando deve sviluppare la manovra. Resta un elemento utile alla causa del Toro. Voto: 6.  

Mandragora:  una boccata d’ossigeno che ha permesso al Torino di alzare la qualità in mezzo al campo. Nicola ha fatto bene ad insistere per averlo perché serviva e ha sicuramente contribuito alla salvezza del Torino. Un po’ meno brillante nelle ultime partite, ma ci sta perché ha dato parecchio e arrivava da un inizio di stagione fermo a causa dell’operazione al ginocchio. Voto: 6,5.

Linetty: uomo di fiducia di Giampaolo, ha però deluso le aspettative non facendo quasi mai vedere ciò che era riuscito ad esprimere nella Sampdoria. Voto: 5.  

Meïté:  gran fisico che però lui non sfrutta appieno. Discontinuo nelle prestazioni fino ad essere irritante per gli errori che riusciva a commettere perdendo palloni che diventavano sanguinosi per il Torino o per l’estraniarsi dal gioco. Solo qualche giocata di tanto in tanto meritevole di applauso. A gennaio è stato ceduto in prestito al Milan, forse in un contesto dove tutto gira meglio anche lui fa un po’ di più, però non sempre. Voto: 4,5.

Lukic: da mezzala con compiti anche da trequartista all’inizio non aveva sfigurato, anzi. Ha bisogno di un allenatore che o valorizzi e di un contesto dopo possa esprimesi al massimo delle sue potenzialità. Alterna buone cose ad altre meno. Voto: 5,5.

Baselli: ha iniziato la stagione da infortunato e fino all’arrivo di Nicola non ha mai giocato. Questo lo ha molto condizionato. Sembra sempre sul punto di poter sfondare, ma ha ormai 29 anni ed è finito fra le eterne promesse perché gli manca il carattere. Voto: 5,5.

Goajak: è diventato un giocatore del Torino nelle ultimissime ore del mercato estivo. Ha dovuto imparare a consce calcio e squadra nuova e si è ritrovato in un contesto che annaspava da tutte le parti e questo non lo ha aiutato di certo. Qualche spunto lo ha fatto vedere, ma il più delle volte è apparso spesato in campo seppur facesse di tutto per impegnarsi. Con un allenatore che abbia il tempo per plasmarlo potrebbe forse diventare un discreto elemento. Voto: 5

Segre: ragazzo dotato di qualche qualità, che si è trovato nel contesto sbagliato e non ha potuto ritagliarsi spazio. E’ pesata su di lui la famosa foto con la maglia di Dybala dopo un derby perso e forse anche per questo a gennaio è stato ceduto in prestito. Voto: 5,5.