Il pagellone del 2019 del Toro: l’attacco, il potenziale c’è, ma i gol decisamente meno

Belloti è l’unica stella che ha brillato nel firmamento granata.
01.01.2020 11:15 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Il pagellone del 2019 del Toro: l’attacco, il potenziale c’è, ma i gol decisamente meno
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nel 2019 gli attaccanti del Torino hanno segnato 29 gol in campionato in trentasei partite più altri 10 nei preliminari d’Europa League in sei gare. In totale la squadra di Mazzarri ha realizzato 50 reti in campionato di cui una è stata un autogol e 16 in campo internazionale. Il bottino degli attaccanti non è, quindi, stato elevato, anche perché l’unico ad esse andato in doppia cifra è stato Belotti che tra il girone di ritorno dello scorso campionato, finora in quello d’andata (mancano due gare) e nei preliminari d’Europa League ha segnato 21 reti delle quali 8 su calcio di rigore. Il migliore degli altri è stato Zaza con 9 (6 in campionato e 3 in campo internazionale). A seguire Berenguer con 5 (solo in campionato), Falque 3 (anche lui solo in campionato) ma ha la grande attenuante degli infortuni che lo hanno ripetutamente tormentato e Millico 1 (nei preliminari d’Europa League).

Una parentesi va aperta per alcuni giovani. Damascan, non più in granata dall’estate e che nel finale dello scorso campionato era andato a rinforzare le fila della Primavera pur essendo quasi sempre convocato anche da Mazzarri ma lasciato sempre in panchina tranne che per tre minuti con il Cagliari il 14 aprile, Parigini e Edera, che nel girone di ritorno dello scorso campionato era al Bologna, e Millico, che è in pianta stabile con la prima squadra solo da quest’estate ma che nella prima parte dell’anno ha fatto la spola con la Primavera e per giunta aveva subito un infortunio che lo ha tenuto fuori dal 25 febbraio al 19 aprile. Ebbene questi quattro giocatori hanno avuto pochissimo spazio, essendo giovani erano chiusi dai compagni più esperti, ma forse, Millico a parte, anche non hanno mai del tutto convinto Mazzarri a dare loro maggiori opportunità. Edera e Parigini quando sono stati chiamati in causa non sono riusciti a sfruttare appieno le poche occasioni, va anche detto, però, che non è facile se si viene inseriti una tantum e il più delle volte da subentrati nei finali di gara. In questi casi si tende a strafare e il rischio di commettere errori è molto più elevato.

Tornando agli altri attaccanti su Belotti c’è poco da dire visto che è l’unico che segna con costanza e che per giunta è sempre pronto a sacrificarsi per la squadra quando c’è da dare una mano in fase di copertura. Forse farebbe anche più gol se solo fosse più servito dai compagni e non si dovesse sfiancare a correre su e giù e in lungo e in largo, anche per andare a procurarsi qualche pallone giocabile. Zaza non si è mai integrato del tutto a giocare con Belotti e poche volte ha fornito prestazioni di buon livello, magari patisce un po’ la mancanza di fiducia e gli sta stretto il ruolo di “riserva di lusso”, ma avrebbe potuto fare decisamente di più. Berenguer è un jolly, come lo ha definito Mazzarri, ha un fisco non proprio da Corazziere e alterna gran belle giocate ad altre poco produttive. Falque è da aprile che è tormentato dagli infortuni: ko con la Fiorentina (1 aprile), impossibilitato ad essere convocato con la Juventus (2 maggio) per il riacutizzarsi del dolore al ginocchio, alto ko il 27 luglio nella gara con i Debreceni ed è fuori di nuovo dal 1 novembre un problema muscolare alla coscia sinistra, dire che il 2019 per lui è stato un anno da incubo è usare un eufemismo. Per giunta l’arrivo di Verdi ha ridotto le possibilità di un suo pieno utilizzo. Verdi doveva essere il rifinitore e contribuire con i gol anche sfruttando la capacità di battere le punizioni, ma finora non ha fatto granché e non ha mai segnato. Ha l’attenuante di non aver fatto la preparazione estiva con il Torino, di aver giocato pochissimo nella scorsa stagione con il Napoli e di essere arrivato in granata il 2 settembre, ma pur avendo la fiducia di Mazzarri, che lo ha quasi sempre utilizzato - magari anche perché è difficile lasciare in panchina il giocatore che è costato più di chiunque altro nell’era Cairo (23 milioni) -, ha fatto più fatica del previsto a inserirsi nel gioco e spesso non trova la giusta posizione in campo. Viene utilizzato di solito da trequartista, ma forse il meglio di sé lo dà da esterno d’attacco e in un contesto dove non mancano i problemi giocare bene è più difficile. Da Verdi comunque tutti si aspettano di più, qualche progresso ultimamente lo ha fatto vedere, però, è ben distante dal giocatore che si era visto nel Bologna.

VOTO: 5,5 un attacco solo potenziale non è all’altezza delle ambizioni di giocare in Europa. Belotti è l’unico che merita un voto positivo, un bel 7 e Iago Falque non può essere giudicato per i troppi infortuni.