Il pagellone del 2019 del Toro: la difesa, una roccia che si è liquefatta

Solo Sirigu ha mantenuto costante il suo rendimento e ha spesso evitato guai peggiori.
01.01.2020 08:15 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Il pagellone del 2019 del Toro: la difesa, una roccia che si è liquefatta
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

E’ stata il punto di forza del Torino la difesa nella prima parte del 2019, una vera muraglia difensiva grazie a Izzo, Nkoulou e Moretti con in alternativa a quest’ultimo Djidji e Bremer e aveva in Sirigu il suo estremo cavaliere pronto a parare quando si presentava la necessità. Non per nulla da gennaio a fine maggio la squadra aveva subito 18 gol in campionato e 2 in Coppa Italia e per ben 599 minuti la porta era rimasta inviolata, dal 19 gennaio, quando El Shaarawy segnò il terzo gol della Roma, fino al 10 marzo, allorché Paganini del Frosinone insaccò la palla per il momentaneo vantaggio dei ciociari. Inter, Spal, Udinese, Napoli, Atalanta e Chievo non riuscirono a fare gol al Torino e poi anche Parma, Genoa e Milan. Solo Roma (3), Bologna (3), Sassuolo (2) ed Empoli (4) riuscirono a segnare più di una rete al Torino, mentre Fiorentina, Sampdoria, Cagliari, Juventus e Lazio non andarono oltre a fargliene uno a testa. Indubbiamente la difesa del Torino era una roccia.

Poi nella seconda parte della stagione in breve tempo tutto è cambiato pur non cambiando quasi gli interpreti. E’ vero che Moretti si era nel frattempo ritirato dal calcio giocato, ma erano tornati dai prestiti Lyanco e Bonifazi, che bene avevano fatto nel Bologna e nella Spal, e Bremer aveva finito il suo apprendistato. Djidji era finito sotto i ferri a fine aprile, meniscectomia laterale selettiva al ginocchio destro, poi Lyanco si è fatto nuovamente male e Bonifazi qualche acciacchino lo ha avuto compresa la frattura a un dito, ma nessuno avrebbe ipotizzato che la roccia potesse liquefarsi e nonostante le tante parate salvifiche di Sirigu la difesa del Torino ha iniziato a fare acqua da tutte le parti. Nei preliminari di Europa League la porta è rimasta inviolata nelle partite d’andata con il Debreceni e con lo Shakhtyor  e in campionato solo con il Napoli, il Brescia e il Genoa, tre volte in diciassette gare, e in ben 7 i gol subiti sono stati più di uno, Atalanta (2), Lecce (2), Parma (3), Lazio (4), Inter (3), Verona (3) e Spal (2).

A spiegare una tale involuzione non basta solo lo sconcertante ammutinamento poi rientrato di Nkoulou dopo l’andata con il Wolverhampton, certo non hanno aiutato gli infortuni di Lyanco, gli acciacchi di Bonifazi e un ritorno dopo l’operazione di Djidji che ha restituito un giocatore meno preciso e brillante di quello della passata stagione, però, la sensazione, peraltro netta, è che qualche cosa si sia guastato tanto più che Izzo si è involuto divenendo meno preciso nella tempistica degli interventi e Nkoulou non è più l’elegante difensore della prima parte dell’anno e di quello precedente. Due professionisti come loro non possono farsi distrarre dalle voci di mercato. Margini di ripresa per la difesa ci sono sulla carta, ma soprattutto i cali di Izzo e Nkoulou preoccupano visto che non sono ragazzi che mancano d’esperienza e quindi possono commettere degli errori come può capitare a Bremer, Bonifazi e Lyanco, quest’ultimo per di più è anche molto sfortunato. Tanti sono stati gli errori individuali e le dormite collettive che andranno pur divise con il resto della squadra, ma resta il fatto che è la difesa il reparto preposto a evitare di prendere gol e i 26 incassati in campionato (nel girone di ritorno dello scorso furono 16, con un incremento negativo di dieci) più i 7 nei preliminari d’Europa League sono veramente tanti per chi ha come obiettivo stagionale fare meglio del settimo posto dello scorso campionato.      

VOTO: non è possibile dare un voto unico stante le differenze marcate che ci sono state, infatti, per la prima parte del 2019 la difesa merita un 7 pieno, per la seconda non si può andare oltre al 5, anche un po’ scarso. La media complessiva fa più o meno 6 (grazie solo alla rendita, sia ben chiaro), ma il vistoso calo è molto più di un campanello d’allarme.

SIRIGU merita un VOTO a parte: ed è un 7 abbondante.