Il derby è una partita prima filosofica che di calcio

06.12.2020 18:12 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Il derby è una partita prima filosofica che di calcio
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Un derby, soprattutto quello di Torino, ha radici antiche e non si gioca solo in campo, ma anche e soprattutto fuori. Per questo motivo Jacopo Segre non doveva mostrare la maglia di Dybala sui social. E oggi aprendo i vari social è pieno della sua foto con maglia incriminata e i tifosi inviperiti. Si dice che Moreno Longo, granata doc, avesse vietato lo scambio di maglie dopo un derby, proprio per evitare scivoloni. E siccome il Toro scivola sempre nel risultato, soccombendo ai bianconeri, sarebbe meglio che almeno sui social, prima di postare una foto, una frase, si studi bene la situazione.

Essere del Toro, in campo e fuori, è soprattutto una filosofia di vita, quella che ha tenuto a galla un nome storico al di là dei momenti difficili della squadra, dal dopo Pianelli in avanti. Qualcuno dovrebbe insegnare certe cose prima di un derby, partita che spesso il Toro perde, anche magari non giocando male, che non bisogna sbucciarsi le ginocchia con degli scivoloni che possono marchiare la carriera di un giocatore.

Il derby è prima di tutto filosofia, sottile, impercettibile a chi non conosce certe cose strettamente private, che una partita di calcio da giocarsi in campo. Il discorso vale per tutti, non solo per Segre, incappato in questo incidente di percorso. Magari bisognerebbe prendere esempio da Gianmario Comi che segna contro la Juve in Under 23 e fa le corna alla Marco Ferrante.