European League, De Laurentiis: “Abolire Champions ed Europa League e fare un torneo a 80 squadre”
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è persona vulcanica e ha idee ben precise riguardo al calcio. Oggi da Madrid dov’è andato per la riunione convocata dalla European League ha messo in chiaro quali sono le sue idee sul campionato, sulle competizioni europee e su come dovrebbero essere gestite e da chi. L’European League si oppone all’Eca, organismo che rappresenta le società calcistiche a livello europeo, presieduta da Andrea Agnelli e che vuole una Super Champions League dal 2024.
Ecco che cosa ha detto De Laurentiis parlando al Corriere della Sera come riportato da Calciomercato.com "Bisogna andare per gradi. La priorità è quella di combattere la pirateria ottenendo dai governi europei una legge che obblighi le compagnie di telecomunicazione a bloccare le trasmissioni di eventi sportivi non autorizzati. Poi si dovrebbe rivedere, con una certa rapidità, le leggi che riguardano il calcio professionistico aprendo al concetto di industria per far combinare i fattori della produzione calcistica in totale libertà di impresa".
SUL CAMPIONATO E SULLE COMPETIZIONI EUROPEE "E' tutto molto obsoleto. I campionati nazionali soffrono il numero elevato di squadre e non coltivano la massima competitività. Spesso ci si confronta con degli sparring partner. Pensi che in Italia dal 1967 alla 1988 le squadre di Serie A erano 16, oggi siamo 20. Si gioca troppo e in maniera poco spettacolare. Il nostro calcio sta diventando noioso. Anche in Europa abbiamo competizioni superate che alla fine portano alla ribalta sempre le stesse squadre, facendo apparire la Champions una gara per pochi eletti e l'Europa League una sorta di torneo di consolazione. Ultimamente sono aumentate le cifre destinate ai club, ma la Uefa continua a trattenere per sé troppi introiti. E il fatturato dovrebbe crescere con andamento esponenziale".
SULLE SUE SOLUZIONI "In primis risolvere la pirateria, poi in ambito nazionale andrebbe favorita la costruzione degli stadi, con una modifica della legge esistente: procedure più snelle e una normativa volta a creare equilibro economico, sia nella gestione dello stadio che del suo complesso. La Champions e l'Europa League vanno abolite, avvicendandole con un torneo, articolato in 80 squadre, cui accedano le prime sette della classifica dei campionati italiano, francese, tedesco, inglese e spagnolo e le prime quattro dei campionati portoghese, olandese, belga, svedese e tutti gli altri. Squadre divise in quattro gironi da venti: 19 partite/giornate di gara per ciascun girone. Gare secche con location estratte a sorte per stabilire il team che gioca la prima in casa e dare via al calendario. Lo chiamerei European Cup, le partite si giocherebbero il martedì,mercoledì e giovedì, rispettando così la collocazione dei campionati nazionali durante il fine settimane".
SU CHI GESTIREBBE IL CAMPIONATO A 80 SQUADRE "Farei un accordo tra Eca e Leghe europee, attribuendo il cinque per cento del fatturato alla Uefa, per usufruire dei suoi professionisti che lavorerebbero all'organizzazione dei tornei".
SULLA SUPERLEGA "Vuole la Superlega? Agnelli è uno intelligente, non voglio credere che abbia in mente un torneo di questo tipo che sarebbe riduttivo per il resto del calcio europeo. Una formula che potrebbe anche rivelarsi valida in una fase iniziale, ma alla fine allontanerebbe una buona fetta di pubblico e di tifosi dal mondo del calcio. Ciò che mi preoccupi è che si parli di riforma a partire dal triennio 2024-27. I buoi stanno già uscendo dalle stalle e tra poco diminuiranno drasticamente gli spettatori, sia per i nostri stadi reali e che per quelli virtuali. I ragazzini si stanno distaccando presi solamente dagli electronic games. Invece di fare guerre tra Eca, Uefa e Leghe europee, innoviamo il calcio preda di vecchi meccanismi e istituzioni menefreghiste che tendono al conservatorismo pur di durare nei tempi".
SU TEBAS "L'intento dell'Eca è quello di portare all'interno più club. Sarebbe utile che Tebas (presidente della Liga spagnola, ndr) non vedesse l'Eca come nemico, ma trovasse un ruolo all'interno della stessa organizzazione. La sua esperienza potrebbe contribuire al processo di modernizzazione, calmando così gli animi di chi teme di restare escluso".