DE BIASI a muso duro con Di Michele

05.09.2008 11:30 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: carlonesti

 Un De Biasi mai visto, tutt'altro che diplomatico quello assistito ieri in conferenza stampa. Siamo ancora ben lontani dalle ormai mitiche uscite di Trapattoni e Malesani, ma questo bel discorsetto ha fatto uscire allo scoperto anche il lato più duro di un tecnico solitamente affabile.

Un De Biasi a muso duro con David Di Michele, l'oggetto delle furie, ora ceduto in prestito al West Ham: "Quando perdo un giocatore non sono felice: sono uno molto autocritico e mi domando sempre se ho fatto il possibile. Non so se lui l'ha mai fatto nel Toro" uno dei passaggi di De Biasi, addirittura di spiazzante sarcasmo in certi momenti. Riferendosi alla concorrenza per il ruolo di attaccante titolare "Se uno è forte, e lui è un grande giocatore, non deve avere timori. Gli ho prospettato delle soluzioni, come fare giocare tutte e quattro le punte contemporaneamente. Lui mi ha detto: "Siamo in 4 per 3 posti". Certo, è durissima in 4 per tre ruoli (ride)". Oppure riguardo alla presunta poca professionalità del bomber di Guidonia: "È stato sfortunato: ha fatto solo 31 allenamenti su 63» sventolando il foglio delle assenze. Di Michele, pur essendo già a Londra, ha saputo dell'uscita di De Biasi e non ci ha pensato un attimo a replicare accusando il tecnico di averlo sempre maltrattato.

 

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Chi il dica la verità non si saprà. Certamente ciò che si è visto sul campo da gioco lo scorso anno non aiuta Di Michele. Un giocatore giunto a Torino quasi come il salvatore della patria, che insieme a Rosina e Recoba avrebbe dovuto portare gol, assist a grappoli e aumentare notevolmente il tasso tecnico di una squadra che dall'era Cairo non ha proprio offerto calcio champagne. A conti fatti il suo campionato si è rivelato ben al di sotto delle aspettative. E neanche l'alibi del rapporto non idilliaco con De Biasi regge troppo, visto che fino a cinque giornate dal tecrmine in sella alla panchina granata c'era Novellino.

Un arrivederci senza rimpianti. Non un addio, considerata la formula del prestito annuale, e perché nella vita non si sa mai. Di certo Cairo fra tutte le punte in eccesso avrebbe fatto volentieri a meno della cessione del suo pupillo.

Sono rimasti tutti gli altri attaccanti, creando un reparto affollato, che non si è potuto snellire in tempo. Colpa soprattutto della crisi del calcio italiano, che da un lustro regala un calciomercato povero, farcito di prestiti, comproprietà e scambi.

Succede che Elvis Abbruscato, riscattato per oltre de milioni dal Lecce, dopo splendida stagione in giallorosso, non è stato rivenduto a un prezzo più alto come si sperava. Sarà Toro per lui, almeno fino a gennaio. Insieme a Ventola, Stellone e Malonga. Gente che dovrà sgomitare per avere considerazione. Compito non facile, considerato che la coppia Bianchi-Amoruso sembra inamovibile.

Guardando il bicchiere mezzo pieno e ripensando alla fantozziana serie di infortuni a catena che aveva decimato la squadra, il Toro non potrà certo gridare all'emergenza in caso di qualche defezione. Almeno non in attacco