CORINI, Vogliamo stupire i tifosi

19.09.2008 18:00 di  redazione TG   vedi letture
Fonte: Tuttosport
CORINI, Vogliamo stupire i tifosi
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Le parole sono misurate, come quelle di un allenatore. La visione del gioco e la capacità di stu­diare l’avversario sono degne di un tecnico di lungo corso. Eugenio Corini in campo però ci sta bene e non ci pen­sa neppure a mollare il suo posto nel cuore del Toro, lad­dove nascono e passano tut­te le azioni granata. Blerim Dzemaili è arrivato per cre­scere sotto la sua ombra, ma per il 22enne svizzero (ieri tenuto precauzionalmente a riposo) non sarà facile gua­dagnarsi minutaggio e, in prospettiva, una maglia da titolare. Il Genio suda e si al­lena per vivere un’altra sta­gione (la 14ª in serie A) da protagonista. «Per me è un piacere giocare in A, nel To­ro, a 38 anni. Certo mi piace osservare il calcio, studiare i movimenti in campo, ma io sono e resto un giocatore». Per aprire la parentesi del Corini allenatore (o assisten­te allenatore) bisognerà aspettare ancora un po’.

Domenica ritrova l’Inter. C’è una sfida contro i ne­razzurri che ricorda in par­ticolare?

«Tre anni fa con il Palermo. Vincemmo 3-2 e io segnai il
primo gol, su punizione. Una partita incredibile: a cinque minuti dalla fine eravamo avanti 3-0... Il risultato fina­le è la conferma che contro l’Inter non puoi mai conce­derti distrazioni».
Cosa pensa dell’Inter attua­le?

«E’ fortissima sotto tutti i punti di vista: tecnico, fisico, valori individuali. Rispetto al passato vedo anche una maggiore disponibilità degli attaccanti a lavorare per il gruppo. Poi quando Ibrahi­movic gioca come ha fatto martedì in Champions Lea­gue ad Atena, mettendosi al servizio della squadra, di­venta il giocatore più forte al mondo».

Il Toro, dopo una bella pro­va contro il Lecce e 40’ mi­nuti molto buoni contro la Reggina, nel secondo tem­po a Reggio è piaciuto me­no...

«Potevamo affondare con più convinzione e non l’abbiamo fatto. Nel secondo tempo non abbiamo mai corso seri ri­schi, ma ci è mancata la for­za per contrattaccare».

Proverete a variare l’asset­to di gioco, il vostro 4-3-2-1, considerato l’avversario che vi attende?

«Il sistema di gioco di De Biasi è lo stesso impostato alla fine dello scorso campio­nato. Abbiamo avuto modo di affinarlo durante il ritiro estivo. Poi è naturale che, a
seconda di come va la parti­ta, vi apportiamo piccole cor­rezioni, ma l’impianto-base resta lo stesso».
L’alternativa a lei, nei piani della società, è il giovane Dzemaili. Che impressione le ha fatto sinora?

«Considerati gli impegni con la sua Nazionale, non ha avuto modo di allenarsi mol­to con noi. Mi sembra valido sia dal punto di vista fisico sia tecnico. Il Torino ha fatto un buon acquisto».

Se dovesse associare un ag­gettivo a questo Torino, quale sceglierebbe?

«Propositivo. Si percepisce che c’è la voglia di fare qual­cosa di importante insieme. E’ una squadra che ha una propria identità, che sa qua­li sono i propri punti di forza e le proprie debolezze. E so­prattutto che ha ancora am­pi margini di miglioramen­to. Se guardate le partite di­sputate, siamo sempre cre­sciuti: bene con il Brescia, meglio con il Lecce e anche il punto conquistato a Reggio Calabria è ben guadagnato».

L’anno scorso contro l’Inter fu la vostra prima partita con De Biasi. Analogie e dif­ferenze rispetto a quel mat­ch?

«L’anno scorso conquistam­mo i tifosi con una superpre­stazione. Dopo il ko contro il Genoa c’era una situazione ambientale difficile e noi reagimmo nel modo miglio­re, anche se sconfitti. Quan­do ripenso a quella partita, non ritengo mai di aver per­so solo un punto. Quella sera potevamo vincere».

E quest’anno?

«Il pronostico è tutto per lo­ro, ma non dimentichiamoci che giochiamo in casa no­stra. E noi vogliamo stupire i nostri tifosi».