Claudio Nassi: marcare a uomo o a zona?
Claudio Nassi dirigente sportivo ed ex giocatore nel suolo di centrocampista per TuttoMercatoWeb.com si è posto la domanda su: è meglio marcare a uomo oppure a zona, uno dei quesiti che appassionano molto nel gioco del calcio. Ecco come ha provato a rispondere:
“Chelsea - Liverpool, 2012-2013. I reds sono allenati da Rafa Benitez e in campo vedo una cosa che fa pensare. Il migliore degli ospiti, Gerrard, marca Makelele, recuperatore di palle e centrocampista interditore tra i più forti. Evidentemente il tecnico non voleva che il francese svolgesse il solito gioco: toccare non so quanti palloni, iniziare l'azione e servire il compagno più vicino, con percentuale di errore uguale a zero. Inoltre Gerrard, centrocampista completo, sempre nella metà campo dei blues, costituiva una spina nel fianco, data la facilità nel concludere. Domanda: se si fa marcare chi gioca tanti palloni, ma rimane calciatore di quantità, è possibile permettere al regista di guidare la squadra, portare in campo le idee dell'allenatore e, in più occasioni, servire l'assist? Per questo continuo a ripetere che il regista è determinante se si fa giocare, ma diventa l'anello debole se marcato e attaccato.
Quando leggo che "... con un grande regista il calcio è tutto un altro film", viene da aggiungere "un film già visto". Perché so tutto prima. Il pallone passerà da lì. E' il passaggio obbligato. Ecco perché gli allenatori che cercano il regista per confezionare la squadra non valgono quelli che ne fanno a meno. Non sono limitati? Non a caso il calcio è anche tattico, oltre che un fatto politico, economico, tecnico, fisico e atletico, e schierare a centrocampo calciatori in grado di difendere, impostare, rifinire e concludere è vantaggio non da poco. L'Olanda di Michels era un esempio, così la Juventus del Trap, con Causio, Furino, Tardelli, Benetti e Cabrini, come la Fiorentina con Berti, Oriali, Onorati, Battistini, Carobbi e Passarella a supporto. Chi marcavi se i palloni erano ben distribuiti? Non c'era Pjanic, che ne tocca anche 130 in 90', né Brozovic. E' chiaro che se ho Rijkaard o Redondo non posso non giocare col regista. Il primo per essere pensante completo, il secondo perché il più veloce di testa. Ma le eccezioni confermano la regola. Ricordo quando il Milan giocò all'Amsterdam Arena contro l'Ajax. Koeman, allora alla guida dei lancieri, fece marcare Pirlo a uomo. Credo non fosse mai accaduto, ma sapeva perfettamente che cosa voleva dire concedergli spazio.
Chissà se ai nostri allenatori vengono presentate le diverse opportunità e gli appropriati rimedi. Infatti, la Nazionale che ha giocato col doppio regista e la Juventus e l'Inter, con Pjanic e Brozovic, sono lì a smentire, ma non sempre affronti sprovveduti. Quando troveranno chi non pensa di vincere con gli schemi di sempre, ma sa come e dove attaccare e colpire, più di una volta si farà notte”.