Carlo Nesti su Juve e Toro
La voce, profonda e potente, è simile a quella di un grammofono. Colonna sonora di un'infanzia ancora viva, motore immobile di una carriera straordinaria. La competenza, maturata in più di trenta anni, è quella di uno dei telecronisti più esperti del panorama televisivo italiano. Dal 1980 voce, prima, e volto, poi, di "mamma" Rai. Una breve chiacchierata con Carlo Nesti, antipasto dell'esclusiva intervista rilasciata al prestigioso mensile sportivo Calcio2000, in edicola a partire dal quindici Marzo, ha così consentito di valutare, con la solita imparzialità, l'evoluzione di un campionato avviato verso l'attesa volata finale. Offrendo un'interessante chiave di lettura sul momento delicato di Juventus e Torino...
Domanda - Hai visto tanti presidenti alternarsi alla guida del Torino. Quale è il tuo personale podio, soppesando passione e competenza di ognuno?
Risposta - E' chiaro che, in testa alla classifica di tutti i tempi, c'è Novo, il "costruttore" del Grande Torino. Lui sintetizzava passione più competenza. A partire dagli Anni Sessanta, in vetta Pianelli, presidente dello scudetto 1976. Fu geniale nella scelta delle persone di cui circondarsi, a partire dal direttore sportivo Bonetto. Poi Rossi. Poi basta.
Domanda - Quale giocatore rappresenta, o ha rappresentato, al meglio l'animus pugnandi granata?
Quattro nomi, su tutti, come ricordano le gigantografie di ogni domenica allo Stadio Olimpico: Valentino Mazzola, Meroni, Ferrini e Pulici. Valentino Mazzola: il carisma. Meroni: la fantasia. Ferrini: la grinta. Pulici: la furia. Se parliamo di "carattere" puro, direi Ferrini, un cuore granata che batteva 24 ore al giorno. Un torinista integrale, a partire dalla testa.
Domanda - Chi fra Silva, Diego e Ribery rappresenterà la Juventus del futuro?
Risposta - Escluderei Ribery. Se si cerca l'erede di Nedved, e stop, Silva. Se si cerca l'erede di Del Piero, disponibile a giocare anche nel ruolo di Nedved, Diego. Silva è solo esterno sinistro. Diego è trequartista, seconda punta ed esterno, a seconda delle necessità, anche se, in presenza ancora di Del Piero, sarebbe, nel 4-4-2, il vertice alto del "rombo".