Carlo Nesti a Radio Vaticana: “L’acquisto più decisivo? Gabbiadini”

08.01.2015 17:28 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Carlo Nesti a Radio Vaticana: “L’acquisto più decisivo? Gabbiadini”
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L’ACQUISTO PIU’ DECISIVO? GABBIADINI

“Il mercato di gennaio - dice Carlo Nesti al Direttore della Radio Vaticana Italia Luca Collodi - è diventato più importante, che non in passato, per un motivo molto semplice. Il calcio italiano è meno ricco di campioni, e spesso molti di loro, all’estero, non trovano spazio nelle rose pluristellari delle grandi società, che li hanno acquistati. Per questo motivo, hanno maggiore desiderio di muoversi in inverno, quando hanno capito di non avere fortuna, che non d’estate, magari riducendosi l’ingaggio. E’ il caso del passaggio di Cerci al Milan, e di Podolski all’Inter, così come dell’interessamento per Diarra, Lavezzi e Shaqiri nell’Inter, per Rolando e Snejder nella Juventus, fino alla possibilità per Diamanti e Mutu di tornare alla Fiorentina. In pole position, in questo momento, c’è il Napoli, con Strinic in difesa, e Gabbiadini in attacco. Dipende anche dalla tempistica dell’acquisto della punta: Higuain e Callejon si sono sbloccati, Hamsik sembra rinato, e mancava solo un sostituto di Insigne, come l’ex doriano, per decollare, dopo la Supercoppa”.

PORTANOVA: DALLA SERIE A ALLA SERIE D

“La storia di Daniele Portanova è molto rara, e molto significativa, perché, pur avendo già quasi 37 anni, non è da considerare una “vecchia gloria”. Fino alla scorsa stagione, infatti, era titolare, e capitano, nel Genoa, in Serie A, e solo divergenze interne lo hanno indotto al divorzio. Le richieste erano tante, e tutte valide, ma lui ha preferito tornare nella città dove aveva esordito in massima divisione, e dove ha un’attività commerciale avviata. Tutto abbastanza normale, sin qui, ma attenzione, perché la squadra di quella città è il Siena, che, dopo il fallimento, è ripartita dalla Serie D. Una volta tanto, dunque, è una storia di cuore, e non di soldi, vissuta anche da Simone Vergassola, e una decina di anni fa da Angelo Di Livio. Dopo avere vinto, infatti, ben 9 trofei nella Juventus, fra i quali Champions League e Coppa Intercontinentale, scese in Serie C2 con la Fiorentina, e poi risalì fino a missione compiuta, e cioè la Serie A, alle soglie dei quarant’anni”.

 

 

CONTE: TEMPI RIDOTTI PER LA NAZIONALE

“Io credo che i presidenti delle società, che ritengono giusto non cambiare i tempi a disposizione della Nazionale, abbiano le loro buone ragioni, perché gli atleti sono stipendiati dai club, perché la prassi è sempre stata questa, e perché, con calendari sempre più intasati, è persino difficile allenarsi in maniera adeguata. E’ altrettanto vero, però, che vincere i Mondiali, o gli Europei, con le rispettive Nazionali, è salutare per tutto il movimento. L’Italia, dopo la vittoria del 1982, divenne la meta preferita dei massimi campioni: Falcao, Platini, Zico, Maradona, e altri. La stessa Italia, dopo la vittoria del 2006, trovò la forza per reagire a uno scandalo di proporzioni disastrose, come Calciopoli, che rischiava di allontanare la gente dagli stadi. Quindi, Conte non può pretendere di più durante la stagione, ma ha ragione a battere i pugni per avere a disposizione i giocatori una settimana prima, quando in vista c’è la fase finale degli Europei. Infatti, ora si parla di conclusione del campionato 2015-16 il 15 maggio”.

 

BARCELLONA PUNITO PER LA CESSIONE DI MINORENNI

“Il Barcellona è stato bloccato per 2 sessioni di mercato, e siccome la maggior parte dei grandi giocatori milita, attualmente, in 3 squadre, e cioè Bayern Monaco, Chelsea e Real Madrid, e solo in parte proprio nella squadra catalana, è una sanzione che può aumentare il distacco dei blau-grana dalle avversarie. D’altro canto, è stato applicato un regolamento giusto, dopo mesi e mesi di indagini, che tutela soprattutto tanti ragazzi africani. I trasferimenti internazionali dei calciatori sono consentiti solo al superamento della maggiore età. A questa norma si applicano 3 eccezioni: il trasferimento è ammesso, se i genitori del ragazzo si trasferiscono nel Paese della società per motivi indipendenti dal calcio; se avviene all’interno dell’Unione Europea (in questo caso, il limite d’età si abbassa a 16 anni); se il ragazzo vive a 50 chilometri di distanza dal confine con l’altro Paese. Al di fuori di queste condizioni, tutti i trasferimenti internazionali di minori devono essere approvati, e in almeno 10 casi, fra il 2009 e il 2013, il Barcellona ha cercato di farla franca”.

 

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