Capolinea Del Neri, il Toro va
Una doppietta dell’ex Di Vaio ha certificato la crisi Juve, il k.o. di Lecce non era stato un episodio isolato, casomai lo sono state le due vittorie contro Cagliari e Inter, unici squilli di questi primi due mesi di un 2011 iniziato nel peggiore dei modi per i colori bianconeri. Il Bologna ha sottolineato le rughe e i difetti della Vecchia Signora: molle e impacciata in difesa, nonostante la conferma dei tre centrali (azzurri o ex azzurri), come dimostrano i 34 gol subiti, poco propositiva in mezzo al campo se manca Aquilani, inconsistente sulle fasce, dove Krasic non è più devastante come nei primi mesi, evanescente in attacco, con Matri che non ha ricevuto una sola palla giocabile.
Andrea Agnelli voleva 12 vittorie in 12 partite, ma il suo proposito è stato immediatamente disatteso: la sconfitta della Lazio lascia il quarto posto e la zona Champions a –7 ma è impensabile che questa Juve possa rimontare un simile distacco ai biancocelesti e 6 punti a una Udinese sempre più lanciata, dopo il terrificante 7-0 di Palermo. Contro un Bologna che a Torino non vinceva da 31 anni, i bianconeri possono recriminare per il palo colpito da Iaquinta in chiusura di primo tempo e per l’incredibile salvataggio di Britos su Bonucci subito dopo l’1-0, ma per il resto hanno combinato poco o nulla, se si esclude il tentativo finale di Toni.
La seconda sconfitta in sei giorni fa traballare pericolosamente la panchina di Gigi Del Neri, che dopo la figuraccia di Lecce non ha saputo porre rimedio alla caduta a precipizio di un gruppo che ha chiuso tra i fischi e le contestazioni del pubblico, che ha gridato a lungo ‘andate a lavorare’ ai giocatori e invocato il nome di Luciano Moggi:: la sfida di sabato contro il Milan sarà l’ultima chance per il tecnico (Vialli traghettatore, in caso di flop?) ma anche per molti giocatori, perché è certo fin da ora che la prossima estate verrà varata una nuova rifondazione, dopo che quella di otto mesi fa si è dimostrata sbagliata e controproducente.
Se la Juve piange, il Toro ha ritrovato il sorriso e messo nel cassetto il problema esploso tra Bianchi e Lerda nel finale della gara contro il Pescara: capitan Rolando, tornato titolare, ha firmato il gol della vittoria a Portogruaro, la seconda di fila per un Toro che non riusciva a ripetersi da dicembre, quando aveva concluso il 2010 battendo Triestina ed Empoli. Ora per i granata arriva il test più difficile ma anche più atteso, nel posticipo di mercoledì contro l’Atalanta dell’ex Colantuono, che all'andata si impose in modo fortunoso e immeritato.
Il turno infrasettimanale dirà se i granata hanno definitivamente messo alle spalle la crisi di inizio anno, se la difesa che ha ritrovato Rubino sa reggere anche il confronto con la prima della classe, soprattutto se in avanti sarà ancora sperimentabile e vincente la formula con de esterni offensivi come Lazarevic e Sgrigna a supporto del tandem Bianchi-Antenucci.