Camolese full time: 18 ore al giorno per salvare il Toro
In pochi giorni l'allenatore del Torino è chiamato ad entrare nel cuore e nella testa della squadra e iniziare la sua opera di soccorso psicologico e tecnico. Per questo motivo Camolese si sta trasformando in un vero e proprio Stakanov, protagonista di una maratona a tappe forzate per assimilare tutte le informazioni possibili, pianificare i compiti e invertire la rotta. La sosta di campionato gli sta dando una mano, ma poi Camolese ci mette del suo lavorando - come ha rivelato un compiaciuto Cairo - «18 ore di fila». E se non sono proprio 18, la sostanza non cambia. Dalle sette di mattina all’una di notte, con l'unica regola che si è imposto, cenare in famiglia. È la ragionevole concessione in una giornata dedicata completamente alla causa. Sveglia alle sette nella casa di Vinovo, colazione e subito al lavoro per organizzare la giornata che inizia alle 9.30 alla Sisport con la riunione di gruppo: con lui il vice Cavallo, il preparatore atletico Artico con il collega Luison, l'allenatore dei portieri Gandini e il medico Stesina.
Alle 10 accoglie i giocatori e alle 10.30 tutti in campo per la prima sessione di allenamento che finisce intorno alle 12.30. La novità, voluta da Camolese per conoscersi meglio e in fretta, è il pranzo alle 13 consumato direttamente alla Sisport. Il pomeriggio s’inizia alle 15 con la seconda sessione in campo e prosegue alle 17 con la fine dell'allenamento e l'inizio dell’analisi di gruppo (insieme con il diesse Foschi) sul lavoro svolto e quello ancora da fare con precise tabelle organizzative. Camolese finisce alla Sisport dopo le 19, portandosi il lavoro a casa e visionando nel dopocena i dvd con le precedenti 29 partite dei granata. La visione delle partite, insieme con la rilettura degli appunti personali e con le note prese in giornata, si conclude poco prima dell'una di notte per un allenatore che non soffre di insonnia, ma che in questi giorni sta sacrificando molto di se stesso pur di allontanare lo spettro della serie B.