Camolese, effetto Fila
L'arrivo di Giancarlo Camolese sulla panca del Torino FC sta avendo i suoi effetti: sulla squadra e sull'ambiente.
Sembra che un po' tutti stiano recuperando valori sportivi che erano finiti nel dimenticatoio, cancellati dalla quotidianità fatta di ansie e sconfitte, ma anche di voli pindarici spesso deleteri.
I giocatori sembrano contenti di questo nuovo Mister, anche se su questo ci sarebbe molto da dire e molto abbiamo già detto in effetti sul loro modo di intendere l'allenatore come parafulmine delle loro mancanze.
L'aver azzerato le gerarchie con una faccia nuova è stata l'operazione più importante che Cairo ha compiuto in questa disgraziatissima stagione, niente più fazioni contro ma, speriamo, un unico gruppo in cerca d'autore e di risultati.
Con l'arrivo, il ritorno di Camola, incredibilmente si sentono di nuovo discorsi che per i tifosi sono musica: settore giovanile e Filadelfia.
Camolese cresciuto fra le mani di Sergio Vatta, mitico allenatore di un settore giovanile granata fra i più vincenti di sempre e fra i più remunerativi per la società (si stimano in 350 miliardi di vecchie lire, gli introiti per il Toro), ha un carisma sconosciuto fino ad ora in società.
E' normale che chi non ha vissuto quell'epopea in prima persona non sappia che benefici potesse portare il mitico Fila al movimento Toro.
E' vero c'è Comi, c'è Benedetti, si sentono spesso Pulici, Pecci e Rampanti parlare di Fila ma quando vedi gli effetti della magia di un recentissimo passato con i tuoi occhi è diverso.
Questo è quello che è capitato a Cairo quando ha visto che cosa è stato in grado di fare Camola solo sfoderando il suo passato ed il suo amore per la maglia: un ambiente immediatamente placato e propositivo.
Mister carismatico dunque, ma il suo magnetismo non è nato con lui, ma gli è cresciuto addosso durante gli anni in cui Vatta ed il Toro di quell'epoca lo hanno formato ... roba non da poco!
E così ora parlando di Filadelfia, non si corre più il rischio di fare la fine del nonno che racconta della Guerra Mondiale, uno un po' rincoglionito che parla di cose lontane che non hanno nessun valore se non quello dei tempi andati.
Un conto è sentire sempre la solita litania dello spogliatoio dei ragazzini vicino a quello dei campioni, di corridoi e lavagne, di magazzinieri che te raccontano una più del diavolo ... un'altro è vedere che questi racconti sono "tradotti" ed impersonificati in un piccolo grande uomo che con calma e semplicità arriva e ti spiega il Toro e finalmente "tu" lo capisci al volo.
Domani i giocatori tornano ad allenarsi e con i gesti semplici ma importanti che servono veramente a qualche cosa, Giancarlo li fa sedere a tavola tutti insieme, tutti uguali, prima di scendere sul campo ad allenarsi. L'avessero fatto GDB o WAN oppure Zacc, quanti mugugni avremmo sentito, lasciare la Bentley per sedermi a tavola con questi?
Effetti del magnetismo di chi con semplicità e con un passato importante "per il Toro" sulle spalle, ti fa capire che la vita sulla riva sinistra del Po, quella granata, è fatta di piccole cose che portano inevitabilmente a grandi risultati.
La prima sfida di Camola sembra essere vinta, creare finalmente un gruppo ... nel senso che ci sembra sulla buona strada, ora ci sono nove giornate per capire se si riuscirà a vincere la partita più importante, quella per la serie A.
GMC