Alla Procura Federale l'ardua sentenza

13.03.2009 14:25 di  Raffaella Bon   vedi letture
Alla Procura Federale l'ardua sentenza
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Luciano Moggi continua la sua diatriba. su Libero.

A seguito di quanto precedentemente pubblicato, ci perviene da un direttore sportivo la seguente lettera, che di seguito riportiamo:

 

 

Eppur qualcosa si muove!


Tremano al corso da Direttore Sportivo organizzato dal centro tecnico Federale a Coverciano.


L'Adise pare abbia accolto l'invito ad indagare, richiedendo tutti gli atti dei partecipanti al fine di verificarne la corrispondenza rispetto ai requisiti previsti dal bando.


Le voci ormai assordanti sulla vicenda riferiscono addirittura che vi sia l'assoluta certezza che alcuni non erano censiti negli ambiti societari nel periodo di riferimento rispetto alle certificazioni presentate.


Addirittura pare che la carta intestata utilizzata per "certificare" il presunto falso contenga l'indirizzo e-mail attuale della società. Voi chiederete cosa c'è di male. Bhè, sicuramente stiamo parlando di un periodo storico, anno 94, in cui la famosa 'e-mail' non era ancora diffusa!


Oltretutto pare che siano state presentate certificazioni di società appartenenti alla attuale Lega Pro (ex Serie C) tra cui il Chievo Verona negli anni 80-90, di presunte collaborazioni, palesemente non verificate.


Qualcuno ha presentato documenti su carta intestata Ascoli Calcio 1898 Spa, anno 95-96, non utilizzata in quel periodo dal club marchigiano.


Si avvalora la tesi del falso.


Ricordo che ai sensi e per gli effetti dell'art. 13 del bando di Concorso per Direttori Sportivi., C.U. 64 s/s 2008-2009 del Settore tecnico, "l'accertata non veridicità delle dichiarazioni rese dai candidati nell'autocertificazione costituisce violazione delle norme di legge e di comportamento con conseguente esclusione dal Corso. Inoltre determina l'adozione dei provvedimenti disciplinari previsti dal Codice di Giustizia Sportiva e la revoca dell'eventuale abilitazione conseguita".


Alla Procura Federale l'ardua sentenza.


Le precedenti lamentele pare abbiano sortito, quindi, l'effetto desiderato, ma bisogna insistere e non mollare. L'invito è esteso alle Autorità competenti sia sportive sia penali, dal momento che sembrano sussistere tutti gli estremi per le condotte dolose e penalmente rilevanti.


Ora è il momento di insistere. Indagate gente indagate