Abbruscato: «Tifosi calma, il Torino va in A»
Le ultime due promozioni in serie A di Torino (2006) e Lecce (2008), entrambe dopo i playoff, hanno un denominatore comune: Elvis Abbruscato, semplicemente decisivo. Come quando segnò la rete del 42 nella sconfitta contro il Mantova all’andata che tenne in vita i granata, poi capaci di una rimonta incredibile al ritorno. O come quando rifilò due gol che piegarono l’AlbinoLeffe. Il doppio ex, ora al Chievo ma sotto contratto con il Toro fino al 2011, dice la sua su TorinoLecce. E non solo... Abbruscato, sta seguendo i suoi ex compagni? «Sempre, con qualcuno mi sento. Certo, non tutti i giorni, perché devo restare concentrato sul mio presente che è il Chievo, però un’occhiata ogni tanto alle partite la butto».
LA PIU' FORTE - E a che conclusione è arrivato? «Che non si possono emettere subito sentenze, a ogni gara. Non è giusto. Nell’anno dell’ultima promozione granata, quella del 2006, abbiamo fatto fatica e non poca. Eppure ce l’abbiamo fatta. Il Toro attuale va in serie A di sicuro». Che cosa le fa pensare che sia così automatico? «E’ una squadra nettamente superiore alla media della serie B: ci ho giocato fino alla fine di agosto, nessuno meglio di me può capire quale sia il potenziale di questo Toro. Non ci sono rivali che tengano: è la più forte e basta». Già, ma in questo avvio di stagione non è sembrato così netto il divario. Anzi. «Chi gioca contro il Toro dà tutto, non concede spazi, si chiude, riparte. Cercare il gol per sbloccare la partita non è facile. Non è un caso che, quando va in vantaggio, il Torino raramente si fa rimontare. Il problema è penetrare il muro eretto dalle avversarie. Infatti il Torino gioca meglio contro chi... gioca: con la Reggina, ad esempio. Oppure a Frosinone, dove non ha vinto ma avrebbe meritato i tre punti. Perché il Toro non sbaglia gli appuntamenti che contano: doveva vincere con la Reggina e ha vinto. Deve battere il Lecce e lo farà».