Risorgimentoro, Tutti a scuola di comunità: per l'Italia e per il Toro

04.05.2013 00:02 di  Marina Beccuti   vedi letture
Risorgimentoro, Tutti a scuola di comunità: per l'Italia e per il Toro
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© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

E così la profezia di ToroMio si è puntualmente avverata...ve ne siete accorti?
Da tre anni solo ToroMio ne parla, ma ciò che ci si è sempre sforzati di annunciare, oggi, finalmente, è sotto gli occhi di tutti.
La  Bundesliga, somma espressione della partecipazione popolare applicata in chiave moderna al calcio, si impone come modello dominante in Europa e tutti gli altri devono inchinarsi ed inseguire.
E’ stato compiuto anche il sorpasso sui piu’ antichi tradizionali azionariati popolari "storici" delle squadre spagnole, Real Madrid e Barcellona.
E quindi quest'anno, a dirla tutta, le 4 semifinaliste di Champions League erano, chi più chi meno, società partecipate dalle tifoserie non soggette al monopadronato invece ancora così diffuso in Italia.
Tutte le altre, le inglesi, il PSG dello sceicco che tanto vorremmo al Toro, le italiane in particolare, escono davvero umiliate dal confronto.
Bayern Monaco – Barcellona 7-0 … basta per dare l’idea?
E' un dato di fatto che la società portata ad esempio da ToroMio, il Bayern Monaco, quest’anno abbia letteralmente "asfaltato" la concorrenza e se vincesse la finale di Wembley, non ce ne voglia l'altrettanto sorprendente Borussia Dortmund, forse mai trofeo sarebbe vinto con più limpido merito, per quanto mostrato lungo l'intera competizione e negli scorsi 4 anni di costante ed impressionante progressione.
Eppure si continua a negare l'evidenza, probabilmente dico io, persino in malafede.
Anche oggi un servizio Rai dedicato alle ragioni del trionfo dei Bavaresi ha parlato "solo" della capacità d'investimento particolarmente oculata delle squadre tedesche ma, ancora una volta, non si comunicava al pubblico l'origine delle risorse su cui si è progressivamente costruita e consolidata quella perfetta macchina da calcio.
Mi viene sempre più difficile pensare che si tratti di ignoranza da parte dei Media, sempre più facile pensare invece che non si vogliano far capire alla gente certe cose.
Oggi di nuovo il giornalista sportivo italiano che curava il servizio non faceva altro che ricondurre la ricchezza del sistema tedesco oltre che alla capacità amministrativa ai nuovi impianti da gioco.
Cosi' tra l’altro non perdendo l'occasione di incensare i gobbi come gli unici in Italia che, in qualche modo, stanno cercando di introdurre qui da noi il sistema Bayern.
Sembrava di leggere Tuttosport.
NIENTE DI PIÙ FALSO!
Stadi di nuova concezione ce ne sono anche fuori dalla Germania.
Ciò che invece è ampiamente diffuso solo in Germania e' un particolare modello di management per così dire, condiviso, tra capitali imprenditoriali e base popolare legata alla squadra.
L'Allianz Arena, che pure in effetti rappresenta una grande risorsa per il Bayern, infatti, non è che una conseguenza, un frutto, di qualcosa d'altro di molto, molto più importante del semplice stadio.
IL VERO MOTIVO DEI SUCCESSI DEL BAYERN SI CHIAMA, CERCATE TUTTI DI CAPIRLO UNA VOLTA PER TUTTE, FC BAYERN MUNCHEN e V.
Che cos'è?
Non è il Bayern Monaco propriamente detto (non è il Torino FC, per intenderci).
LA FC BAYERN MUNCHEN e V. È L'ASSOCIAZIONE DI QUEI TIFOSI DEL BAYERN MONACO CHE INSIEME AD ALTRI GRANDI IMPRESE E' PROPRIETARIA IN PARTECIPAZIONE (CON QUOTA DI ASSOLUTA MAGGIORANZA) DELLA SQUADRA BAVARESE E DELLA SUA ORGANIZZAZIONE ECONOMICA.
Niente quindi di più lontano dal modello Agnelli applicato alla Juve e purtroppo, per ora, da quello italiano in genere.
Ci sono i grandi imprenditori nel calcio tedesco certo, ma stanno a fianco di noi piccoli tifosi ed insieme, al giusto costo per tutti, i primi guadagnano rispettabili profitti conseguenti gli investimenti che fanno nel team ed i secondi invece grandi soddisfazioni per i successi sportivi conseguiti e per vedere crescere intorno alla squadra una realtà sempre più positiva e con grande impatto economico, educativo e sociale.
COSÌ POTREBBE E DOVREBBE ESSERE IL TORO E TOROMIO NON SI STANCHERÀ MAI DI AFFERMARE QUESTA VERITÀ CHE PRIMA SARÀ COMPRESA DAL PRESIDENTE E DAI TIFOSI, PRIMA DARÀ INIZIO AD UNA NUOVA PRIMAVERA GRANATA E AD UNA AUSPICABILE RINNOVAMENTO DEL CALCIO IN ITALIA.
Qual'e' la sensazione che vi lascia il Bayern nel vederlo giocare?
Forza, compattezza e solidità direi io.
Sarà che la scuola e' quella tedesca...ma forse non è tutto li'.
I bavaresi hanno creato un muro contro il quale si sono sbriciolate le migliori attuali espressioni del calcio europeo. Una schiacciasassi contro la quale fuoriclasse assoluti non sono neanche riusciti a portare attacchi apprezzabili.
Ma esaminando bene le “radici” di questo Bayern non è azzardato dire che quella granitica forza che abbiamo visto in azione non puo' che essere, appunto, la naturale espressione di una granitica base di sostegno. Di certo molto compatta ed unita.
E noi granata invece, ad unità, come siamo messi?
Abbastanza male direi, pur con affetto per i miei fratelli tifosi del Toro.
Presi singolarmente siamo fantastici.
Noi tifosi del Toro infatti abbiamo delle singole anime veramente magnifiche e praticamente introvabili.
Generosità, lealtà, entusiasmo, fantasia, romanticismo, auto-ironia, coraggio, forza, spirito di liberta', amore per le tradizioni, sono solo alcune delle positive caratteristiche normalmente riscontrabili nel granata medio.
Ma come tutti gli Italiani in genere (e la recente storia politica ce lo ribadisce) portiamo dentro un congenito individualismo che ostacola coesione ed unità d'intenti anche su progetti sui quali l'unica obiezione alla fine (ma non arriviamo mai a riconoscerlo) può  essere l'invidia, oppure la paura che i meriti di una riuscita possano ricadere su altri da se'.
Leggevo l'altro giorno un'intervista rilasciata da uno dei consulenti elettorali che ha assistito Obama per la campagna Presidenziale negli Stati Uniti. Questo consulente nei mesi scorsi e' stato assoldato da Mario Monti per seguire la campagna di Lista Civica e confessava al giornalista di essere rimasto molto stupito in generale dall'ambiente sociale italiano che percepiva come estremamente difficile allo sviluppo di una qualsiasi stabile coesione su specifici obiettivi. E questo aspetto negativo non aveva mai ravvisato in maniera tanto marcata quanto in Italia.
E' proprio vero.
In tutti i campi, non solo in quello verde da calcio, tendiamo sciaguratamente ad anteporre qualcosa di noi, non solo un bieco interesse ma anche solo il nostro semplice pensiero (magari anche buono) agli obiettivi comuni e desiderabili che invece dovremmo sempre perseguire con tenacia e senza interferenze negative.  Perseguire o direttamente, oppure anche indirettamente, appoggiando altre persone diverse da noi ma che magari sono oggettivamente più adeguate a perseguire tali obiettivi.
Vogliamo piantarla?
Ne abbiamo bisogno come Italiani e come tifosi granata per superare la crisi che accomuna da anni la nostra Italia e il nostro Toro.
A partire dal Presidente Cairo, perche' il Presidente di una societa' di calcio, il vertice di una passione popolare, pur conservando il realismo che deve essere proprio di un capo e di un imprenditore deve essere anche, senza se e senza ma, anche un tifoso della realtà che conduce ed in qualche modo sentire su di se' la responsabilita' di essere il leader di una comunità.
Altrimenti (come tanti politici peraltro…) vive per se' stesso e la comunità che gli è affidata muore non potendo neanche dare al proprio leader tutta la ricchezza e la grandezza che potrebbe generare...ed alla fine verrà la fine anche per il leader per non avere avuto cura della comunità.
Che ne dite?
Praticamente la storia della politica italiana, praticamente la storia recente del Toro.
Un continuo vivacchiare, mai una scelta determinata per un cambiamento sempre con la mira di preservare una posizione di potere mai mettendo al centro il bene comune che poi è quello più profondo anche del leader stesso.
Cosa ci serve?
Ho sentito sempre alla tv dire al caro Beppe Dossena di non voler imitare troppo i tedeschi, perché noi italiani siamo sempre stati migliori di loro.
Vero, anch’io dico meglio l’Italia tutta la vita… (d’altronde è il mio paese che amo).
Ma non c'è nulla di male nel comprendere i motivi della forza degli avversari, carpirli e poi applicarli in casa, magari anche meglio e soprattuto con più fantasia, come compete a noi italiani.
In un certo senso basta semplicemente mettere in pratica gli insegnamenti di base che il nostro Mister Ventura va proclamando da tempo (ma anche qui raccomando al nostro allenatore un po’ piu’ di fantasia nell’applicazione).
Come dice lui bisogna passare tutti, nel concepirsi, dall'io al noi.
Il Presidente Cairo così come l'ultimo dei tifosi granata che magari non lo ama.
Senza paura che ci si perda qualcosa, uniti per un unico obiettivo dal quale tutti trarremo il nostro giusto guadagno, il bene del Toro e l'estensione della cultura storica, sociale e sportiva che il Torino Football Club porta con se'.
Ma l'unico terreno su cui ci si può trovare e' proprio lo sviluppo di un progetto di partecipazione popolare e reale al Torino Football Club stile Bayern Monaco. Bisogna tornare ad aprire le porte del Toro ai suoi appassionati.
Noi tifosi granata di buona volontà non dobbiamo stancarci di chiederlo ma anche di offrire il nostro apporto economico, ovviamente proporzionato alle rispettive risorse personali, per lo sviluppo di un simile progetto.
Mentre dall'alto deve essere compreso che nel calcio moderno questo e' l'unico modello in grado reggere a lungo termine nel mondo del calcio ai tempi della crisi continuando a creare valore anziché distruggerlo.
Don Luigi Giussani, uno dei miei maestri, insegnava che più di ogni altra cosa ad un uomo, in concreto, per la propria vita, serve andare a scuola di comunità.
Cioe' frequentare un luogo per imparare ad essere, insieme agli altri fratelli uomini, una forza formidabile di sostegno reciproco, con il condiviso fine del bene comune.
Sono proprio convinto che anche a noi granata, come tifosi e come cittadini null'altro serva di più che imparare a sviluppare tra noi sempre di più quella splendida comunità di persone che tante volte abbiamo sperimentato.
E’ l’unica via per rendere realmente operativa quella unica appartenenza che comunque ci caratterizza e che ci unisce sempre, a prescindere dalla nostra incapacità personale di esprimerla adeguatamente.
E proprio per testimoniare questa appartenenza cui sono rimasto attaccato quando l'ho scoperta da bambino alla stadio, domani avro' il piacere di recarmi ancora sul colle di Superga.
Con tutti voi fratelli granata e per celebrare tutti loro che continuano a vegliarci da lassù.
Forza Toro!
Sembra strano ma il 4 Maggio in un certo senso e' proprio la tua più bella festa. Proprio la festa di un amore che non muore...MAI!

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                                   Il vice-Presidente dell’Associazione ToroMio
                                    Massimiliano Romiti