Quel Torino-Juventus del 27 marzo 1983...
«Aspetta solamente cinque minuti!». Quante volte abbiamo detto o sentito questa frase? Una moltitudine! Cinque minuti, un'inezia, cosa volete che siano? Dipende. Tralasciamo volutamente eventi tragici, nei quali un singolo attimo può risultare fatale, e guardiamo a ciò che accadde domenica 27 marzo 1983. Allo stadio Comunale di Torino è in scena il derby tra i granata di Eugenio Bersellini (in corsa per un piazzamento in Coppa UEFA) e la Juventus di Giovanni Trapattoni, seconda in classifica a 3 lunghezze dalla Roma capolista. La “Vecchia Signora” punta a far suoi i due punti, sperando in un passo falso dei capitolini, impegnati a Firenze al cospetto di una Fiorentina in lotta per la qualificazione europea. All'intervallo, i piani degli juventini sembrano realizzarsi, visto che i bianco-neri stanno avendo ragione del Toro per 1-0 (rete di Paolo Rossi al 15'), mentre i giallo-rossi sono bloccati sull'1-1 dai viola: portarsi a -2 a poche giornate dal termine sarebbe un risultato molto positivo. Al 62', però, la Roma passa a condurre (2-1) grazie ad un acuto di Prohaska, mentre pochi minuti dopo (65') arriva il raddoppio juventino, con Platini lesto a ribattere in rete un calcio di rigore respintogli da Terraneo: 2-0 e partita “congelata”, ipotizzano i più, in attesa di notizie dalla Toscana. E invece... E invece, messo alle strette, il Toro si scuote, ribaltando la situazione nel volgere di 124 secondi di gioco effettivo (quindi meno di cinque minuti). Si inizia al 71': traversone di Galbiati dalla destra e colpo di testa (non forte, ma preciso) di “Beppe” Dossena, che beffa Dino Zoff incrociando sul palo più lontano. Palla al centro ed ecco il pareggio granata: Beruatto mette in mezzo dalla sinistra, al centro dell'area “compare” Bonesso che anticipa nettamente Brio, girando in rete il 2-2. È il 72' e la Maratona impazzisce di gioia: non può sapere che (come diceva a quei tempi il buon Corrado) “Non finisce qui”. Minuto 74: Zaccarelli, dal limite dell'area, smista la sfera sulla destra per l'olandese Van de Korput, che mette immediatamente in mezzo un pallone invitante, sul quale s'avventa Torrisi, bravo a battere Zoff con un destro al volo in sforbiciata. La rimonta è compiuta, con gioia doppia dello stesso Torrisi, che in gioventù tifava Roma. La Juventus, tramortita, non riesce a reagire, lasciando sul campo del Comunale due punti importantissimi per la corsa-scudetto, visto che la Roma, uscita da Firenze con un ottimo 2-2, porta a 4 punti il suo vantaggio nei confronti della “Vecchia Signora”: a cinque giornate dalla fine del campionato e con la vittoria che ancora vale 2 punti, lo scudetto già è avviato verso la Capitale. Il successo contro i cugini proietta il Toro al quinto posto, quindi in piena corsa per la qualificazione europea: purtroppo, quel 3-2 sarà l'ultimo successo di tale stagione, con gli uomini del compianto Bersellini che raccoglieranno solamente un punto nelle successive (ultime) cinque partite, restando esclusi dalla Coppa UEFA. Nonostante la non qualificazione europea, quel Torino è rimasto e resterà sempre nella memoria di tutti, poiché in grado di compiere un'impresa quasi impossibile. Tutto in 124 secondi di gioco effettivo. Il Toro, in quella giornata di fine marzo, scese in campo con questa formazione: Terraneo, Van de Korput, Beruatto; Zaccarelli, Danova, Galbiati; Torrisi (dal 78’Corradini), Dossena, Selvaggi, Hernandez, Borghi (dal 59′ Bonesso). Allenatore: Eugenio Bersellini.